venerdì 13 febbraio 2009

Il vangelo di Darwin

The Complete Works of Charles Darwin online


"L'idea prende forma lentamente, in modo laborioso, erratico. Non un'illuminazione improvvisa, non un colpo di genio in cui tutti i problemi trovano soluzione in un eureka: al contrario, un mosaico che si compone di mille osservazioni minute e disparate, un puzzle che nel corso dei decenni sembra raffigurare paesaggi mutevoli. Già nel 1837, l'anno successivo al suo ritorno in patria dopo il lungo viaggio intorno al mondo a bordo del brigantino Beagle, Charles Darwin annota nel primo dei taccuini sulla trasmutazione: 'l'albero della vita dovrebbe forse essere chiamato il corallo della vita, giacché la base delle ramificazioni è morta', e illustra questa idea con vari schizzi di diagrammi ramificati. Nel settembre del 1838, leggendo il Saggio sul principio di popolazione di Malthus e alcuni scritti del botanico svizzero Augustin de Candolle, individua nella 'guerra delle specie' - in quel meccanismo che avrebbe più tardi chiamato selezione naturale - la spiegazione del 'mistero dei misteri', cioè la comparsa di nuove specie. L'intuizione viene elaborata pochi mesi dopo nelle pagine del cosiddetto taccuino E, diventando - nelle parole dell'autore - una 'teoria', che può riassumere in soli tre principi nitidamente enunciati. Darwin, nonostante le certezze e le conferme che via via sta accumulando (da buon 'induttivista baconiano', come dirà di se stesso nell'Autobiografia), continua a mantenere segreta la propria teoria dell'evoluzione. Nel 1842 redige, a matita, un Abbozzo già abbastanza circostanziato, che sarà ampliato due anni più tardi in un Essay di duecento pagine: lo affida alla moglie accompagnato da una lettera, da aprire solo nell'eventualità di una morte improvvisa, in cui le dà precise istruzioni per curarne la pubblicazione postuma. Ma ancora non si decide a uscire allo scoperto. All'amico Joseph Dalton Hooker scriverà, con cautela, di essersi 'quasi convinto che le specie non sono (è come confessare di aver commesso un assassinio) immutabili'. Nella quiete di Down House - la residenza di campagna dove si è ritirato dal 1842 - si immerge, per otto interminabili anni (1846-1854) di lavoro certosino, nello studio sistematico della tassonomia dei cirripedi viventi e fossili, pubblicando sull'argomento quattro ponderose monografie. Ma i suoi pensieri continuano a ruotare intorno all'idea evoluzionistica: anzi, proprio le ricerche sui cirripedi, con i bizzarri esempi di esasperato dimorfismo sessuale che mostrano questi organismi, lo convincono - come scrive a Hooker nel 1848 - che 'la [propria] teoria delle specie è vangelo'. Mentre Darwin attende (finalmente) alla stesura del suo libro sulle specie, compiendo esperimenti sulla variazione e l'incrocio dei colombi e non stancandosi di raccogliere conferme sperimentali di ogni genere, la situazione precipita. Nel 1856 viene pubblicato sugli Anals and Magazine of Natural History un curioso articolo sulla 'introduzione di nuove specie' a firma di un certo Alfred Russel Wallace, un giovane naturalista impegnato in un viaggio di esplorazione dell'arcipelago malese. Ne segue un carteggio tanto cortese quanto circospetto, nel quale Darwin cerca di capire fino a che punto il suo corrispondente abbia sviluppato le proprie idee, finché nel febbraio del 1858 viene recapitato a Down House un plico contenente un manoscritto di venti cartelle. È un duro colpo: 'Se Wallace avesse avuto il mio abbozzo manoscritto del 1842, non avrebbe potuto farne un riassunto migliore', esclama Darwin, avvilito, in una lettera al geologo Charles Lyell. Quest'ultimo, insieme a Hooker, decide di trasmettere alla Linnean Society di Londra una comunicazione congiunta di Darwin e Wallace dal titolo Sulla tendenza delle specie a formare varietà; e sulla perpetuazione delle varietà e delle specie per mezzo della selezione, che sarà letta nella seduta del 1° luglio 1858. Nel frattempo, Darwin porta a compimento, lavorando in modo febbrile, il proprio libro, L’origine delle specie. All'inizio di ottobre del 1859, anche le bozze sono corrette: 'e con questo è tutto per il mio abominevole - scrive, esausto - che mi è costato un tale travaglio che quasi lo odio'. Nonostante la tenacia con la quale Darwin edificò mattone dopo mattone la propria teoria, L’origine delle specie non è da considerarsi il punto terminale quanto piuttosto il punto di avvio di un itinerario di ricerca che non ha cessato di svilupparsi fino ai nostri giorni. Non si deve commettere l'errore di considerare l’'evoluzionismo darwiniano' un dogma o peggio ancora una 'credenza': è una teoria scientifica, o ancor meglio un programma di ricerca, fondato su innumerevoli e solide evidenze sperimentali, provvisto di robusto potere esplicativo e predittivo, ma - proprio per questa ragione - non imbalsamato in una forma conchiusa, non mummificato in un catechismo: al contrario, è ininterrotto il dialogo con le altre discipline scientifiche, continuo il confronto con i fatti empirici. Nella scienza di oggi, la decrifazione del codice genetico, le tecniche di clonazione, le nuove ricerche sui meccanismi di insorgenza dei tumori, le ipotesi, sempre più circostanziate, sull'origine della vita sulla Terra, sono inconcepibili se non all'interno di un edificio teorico che ha nella teoria dell'evoluzione una delle pietre angolari." (Claudio Bartocci, E' l'evoluzionsimo il quinto vangelo, "TuttoLibri", "La Stampa", 07/02/'09)

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