mercoledì 12 dicembre 2007

Junot Dìaz: "I libri non hanno alle spalle miliardi di pubblicità. E se teniamo conto di questo, non se la cavano male"

"Il racconto più fantastico dell'anno forse non è stato Harry Potter e i doni della morte ma La sovrana lettrice (The Uncommon Reader), una novella di Alan Bennett in cui si immagina che la regina d'Inghilterra - improvvisamente, e in età avanzata - si trasformi in una lettrice insaziabile. In un momento in cui i libri sembrano destinati a un'interminabile lotta contro le forze di MySpace, YouTube e della reality-tv, l'idea che qualcuno possa passare con tale rapidità dall'indifferenza verso i libri a una inesauribile passione sembra, purtroppo, poco credibile.

Abbiamo forse perso ogni speranza, o la gente continuerà invece ad essere attratta dal mondo dei libri? E cos'è - esattamente - che può trasformare un individuo in amante dei libri alla continua ricerca di nuove letture? Non esistono risposte empiriche. [...] La gestazione di un lettore autentico e dedicato è per taluni aspetti un processo magico, forgiato in parte da forze esterne, ma anche da una scintilla all'interno dell'immaginazione. Di certo, avere dei genitori che leggono molto aiuta, ma non rappresenta di per sé una garanzia. Anche insegnanti e bibliotecari appassionati possono esercitare una certa influenza, ma in definitiva, malgrado il proliferare di gruppi di lettura e di blog letterari, leggere resta un'attività privata. 'Il perché leggiamo e cosa leggiamo sono un'incognita e un fatto personale', dice Sara Nelson, direttrice di "Publisher Weekly", una rivista di settore. Junot Dìaz, autore di The Brief Wondrous Life of Oscar Wao ricorda come fosse ieri il giorno in cui si imbatté in una biblioteca ambulante. Aveva sei anni, e la sua famiglia era da poco emigrata nel New Jersey dalla Repubblica Dominicana. Prese in mano un libro illustrato di Richard Scarry, una raccolta di dipinti naturalistici americani del XIX secolo e una copia di Il segno dei quattro di Arthur Conan Doyle. [...] Simili ammonimenti a parte, esistono degli indizi capaci di indicare cosa potrebbe trasformare una persona in un fedele lettore. La sovrana lettrice avanza l'ipotesi che la passione di una vita possa essere scatenata dal libro giusto al momento giusto. E' un ideale romantico, diffuso tra molti bibliofili. 'In un certo senso può essere come una droga' dice Daniel Goldin, direttore generale delle librerie Harry W. Schwartz Bookshop di Milwaukee, in Wisconsin. 'Se troviamo il libro che ci fa innamorare della lettura, poi ne vogliamo un altro'.

Ma cosa in quel libro scatena l'amore eterno per la lettura? Per alcuni è la scoperta che un personaggio del libro ci assomiglia, o pensa e prova sensazioni simili alle nostre. Altri sono attratti non tanto da un processo di identificazione, quanto dall'abbraccio dell'Altro. 'E' quell'emozione che nasce dal cercare di scoprire un mondo nascosto', dice Azar Nafisi, autrice di Leggere Lolita a Teheran, il best seller autobiografico che narra di un gruppo di lettura in Iran. A rendere più complicata la questione se la lettura - e la lettura di libri in particolare - sia essenziale, è il fatto che oggi parte di ciò che nei libri attrae lo si può trovare altrove. I lettori che non vogliono sentirsi soli possono trovare dei riflessi di se stessi nei blog confessionali che spuntano su internet, mentre gli spettacoli televisivi possono soddisfare la sete di narrativa e di personaggi complessi. Ma i libri sono sopravvissuti a molte dichiarazioni di morte. 'Credo di essere molto più ottimista della maggior parte delle persone', dice Dìaz. A differenza dei film, della televisione e dei gadget elettronici 'i libri non hanno alle spalle miliardi di pubblicità. E se teniamo conto di questo, non se la cavano male'." (da Motoko Rich, Un bel mistero: perché leggiamo libri, "La Repubblica", 10/12/'07)

Nessun commento: