lunedì 28 febbraio 2011

Flora ferroviaria


"Poi dice l'ebook. Eh certo, l'ebook, il libro digitale, i cristalli liquidi, lo schermo retroilluminato ... Arriverà, arriva, lo sappiamo; siamo pronti e, anzi, lo aspettiamo, fiduciosi e certi che sarà bellissimo. Però, ogni tanto, ancora, ecco, ti capita un libro, una meraviglia, piccola così, niente di che, niente di che. Ma ti fa capire perché stiamo ancora bene attaccati a questi parallelepipedi di carta e di emozioni. E non sapremmo davvero come farne a meno. Di questo librino tutto mi piace: questa copertina grigia; e questa fascetta di incerto rosso che la attraversa e la cinge, amorevolmente: una foto di binari che sfilano e un vagone anonimo, laggiù in cima. I caratteri delle pagine e della copertina, eleganti, nitidi, ben stampati; i risguardi, questo sì, rosso vivo; e tutto il progetto grafico, da veri maestri della professione, fatto dallo studio svizzero CCRZ di Balerna. Basta con le descrizioni, insomma, che poi, tanto, non rendono; andate a vedervi il libro, piuttosto sul loro sito.
Ma questo titolo. Sublime. Flora ferroviaria. Con annessi e connessi: Ovvero la rivincita della natura sull'uomo. Osservazioni botaniche sull'area della stazione internazionale di Chiasso 1969 - 1978. Vedi che aveva ragione quell'occhiolungo di Arbasino? Che bisognava andare almeno a Chiasso, a fare la gita? Soprattutto, è stupendo il progetto, l'idea che sta dietro a questo eccentrico libro e quell'ancor più eccentrico personaggio che fu Ernesto Schick(1925-1991), l'autore, illustre 'disegnatore di piante'. Uscito nel 1980 per il Credito Svizzero (copie ora introvabili; chi ce l'ha se lo tiene, anche MareMagnum ve lo dice, e ufficialmente), questo libro è sì il suggestivo 'racconto' di una rivincita ma, al tempo stesso, la cronaca, pagina dopo pagina, di un vero amore. La rivincita, come dice il titolo, è quella delle piante, dei fiori, delle erbe. 'Questo lavoro vuole dimostrare - scrive Schick nella prima pagina - la vitalità della natura in un'area ingrata quale può essere la stazione di smistamento di Chiasso'. E 'quanto siano vere queste osservazioni lo possono testimoniare i lavoratori addetti alle manutenzioni delle strade e delle ferrovie'. Ecco, dunque. I lavori per la costruzione di uno snodo ferroviario, quello di Chiasso, dal 1957 al 1967. Ruspe, cementi, chimica, diserbanti, ferro, metalli, binari, scintille, scambi, fumo. Progresso. Poi, però, c'è il ritorno, dapprima timido, di 'piante pilota', quelle che sfidano la desolazione e, pian piano, preparano il terreno ai fiori più belli, che verranno solo in seguito. Fabio Pusterla, sommo poeta di quelle terre ticinesi, non poteva non restarne affascinato e, oggi, in questa nuova edizione della Flora ferroviaria - notazione scientificamente inconsistente, poeticamente formidabile - chiude con una lirica e un ricordo. 'Non si tratta di nostalgia, niente affatto - scrive Pusterla - è che in quel paesaggio devastato ritroviamo qualcosa di noi, uno strano miscuglio di veleno e di vita'. Sono le ultime, auree, parole del libretto, poi la foto in controcopertina: un lucido binario e due steli, in primo piano, a rubargli la scena. Altroché.
Ernesto Schick era un 'disegnatore di erbe', così lo descrive in una partecipata prefazione (leggetela: quant'è bella!, quant'è forte!) Graziano Papa, già presidente della Lega svizzera per la protezione della natura. E questo suo progetto, questo suo gesto d'amore, non è nient'altro che la classificazione da dilettante esperto, delle piante che hanno ricolonizzato i dintorni dei suoi binari. Nient'altro? Per ogni pianta e fiore un disegno nei minimi particolari, attento, delicato, rispettoso anche delle specie aggressive. Rientra, Schick, in una lunga teoria di amanti del genere botanico, o di curiosità naturalistiche. Genere che torna: tanto per dire, Chronicle Books ha da poco ristampato il fantastico Mr. Marshal's Flower Book, il più bel trattato inglese illustrato sui fiori del XVII se. O guardate la Taschen e la sua monumentale edizione di The Vegetable Garden della Vilmorin. Le illustrazioni di Schick sono, invece, minute, piccine. Accompagnate da notazioni altrettanto rifinite e, di nuovo, amorevoli. Della Circaea: 'Bisogna osservare i fiorellini con una lente, per apprezzarne la schiva, umile bellezza'. Di un orzo selvatico: 'Lo trovai sulla sella di lancio, bistrattato, sporco d'olio'. Di altre piante che 'si sono mosse proprio come gli autostoppisti'.
Il libro è stato ripescato da Simonetta Candolfi e Nicoletta De Carli. A loro il merito di averlo ripubblicato, creando appositamente la nuova casa editrice. Scrivono: 'Questo libro è dedicato ai vecchi lettori, che hanno contribuito a tenerlo vivo, e a quelli nuovi che si lasceranno contagiare dalla poesia delle piante viaggiatrici'. Chi non si commuove a una tal dedica ..., sì, è pronto per l'ebook. Segua, presto, i suoi binari. Noi stiamo ancora un po' su questi. Cogliamo, qui e là, fior da fiore e, se ci va bene, sprazzi di poesia." (da Stefano Salis, C'è vita sui binari e la trovi in pagina, "Il Sole 24 Ore Domenica", 27/02/'11)

Gli irremovibili clandestini della stazione di Chiasso (da InfoInsubria)

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