venerdì 19 febbraio 2010

Tre idee per far leggere


"Senza i soldi non si canta la messa» dice un proverbio, e ciò che vale per la messa vale per la promozione della lettura. Tant’è che se la Spagna (per dire un Paese a noi simile) ha un 47% di lettori, contro il nostro modestissimo 38%, è anche perché per la promozione del libro spende circa 30 milioni di euro l’anno, e l’Inghilterra che è al primo posto in Europa (67%) ne spende almeno 20. Il Centro per il libro e la lettura, appena varato, può invece contare su un più misurato budget (6 milioni di euro). Con questo Finanzierà un piano di interventi illustrato due giorni fa da Gian Arturo Ferrari, che ne è il presidente, presso la Biblioteca Casanatense di Roma (La Stampa ne ha dato conto ieri). Ma ciò che conta di più – si è capito – sono le idee, che a volte arrivano dai posti più lontani dall’aura accademica o dagli uffici degli «esperti». Su Facebook – per dire – l’idea di Alberto Schiariti, che ha collezionato quasi 200 mila adesioni, è stata ribattezzata «la figata». E di questo si tratta: il giovane in questione è nato nel 1988 a Empoli, di professione è informatico e – come lui stesso racconta ai numerosi fan sul suo blog Pensoscrivo – fa il pendolare tra la sua città e Prato. E legge. Legge e rilegge. E poiché vede ogni giorno le solite facce alle solite ore, ha pensato a questi suoi sconosciuti sodali come ai possibili destinatari di un «dono per la mente», cioè un libro. Ha così lanciato una iniziativa per il 26 marzo, vigilia del suo compleanno: regalare, a uno sconosciuto che si incontri di frequente, un volume a cui si sia affezionati. Un regalo che è anche «un’idea di rimorchio», ha commentato qualche burlone su Facebook, ma tant’è. La Stampa ha parlato di questa iniziativa già il 5 febbraio: una settimana dopo le adesioni all’idea erano già 60 mila. Oggi sono più che triplicate.
Ha un tono ludico e socializzante anche l’istanza della giornalista Giovanna Zucconi, presidente di una associazione che nel nome dice tutto: «Readere» (si legge ridere ma ha una radice nel verbo inglese to read, leggere), che si pone l’obiettivo di sdrammatizzare il leggere e togliere al libro la patina trombonesca che si porta dietro. Le truppe cammellate per la bisogna sono costituite da una squadra di ragazze in gamba che investono tanti aspetti della cultura - Rosellina Archinto, Paola Mastrocola, Evelina Christillin ed Eva Cantarella (unico ragazzo: Maurizio Luvizone) - e che il 2 marzo a Piacenza presenteranno la strategia di guerra. Ovviamente segreta, almeno fino ad allora. Ma qualcosa si sa: si creano situazioni e gesti legati al leggere. Per esempio: in consiglio comunale uno si alza e, prima del suo discorso, legge un brano. Sulla facciata di un palazzo verrà proiettato un video in cui illustrissimi testimonial (nomi top secret) appariranno mentre leggono. Si allestirà un «ReadTube»; insomma uno YouTube per chi legge (o vuole prendere il vizio di farlo).
In un popolo di santi, eroi e navigatori, ma anche di scrittori, Stefano Mauri, numero uno del gruppo editoriale Mauri-Spagnol, si appresta a lanciare un concorso, che costringe a leggere almeno chi scrive. Si tratta di una sorta di torneo a eliminazione, tipo quelli di tennis, in cui si invitano gli scrittori in erba (ma non solo) a mandare un loro testo al sito IoScrittore (scadenza il 31 marzo). L’obiettivo è di arrivare a 2000 testi. «Riproponiamo – dice l’editore - un nuovo modo di affidare interamente al popolo della Rete il compito di giudicarsi eleggendo i migliori. Le opere più apprezzate diverranno e-book e il vincitore, ed eventualmente altri prescelti, troveranno la via della pubblicazione in una delle nostre case editrici»." (da Raffaello Masci, Tre idee per far leggere, "La Stampa" 19/02/'10)

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