sabato 6 febbraio 2010

Bright Star


"[...] La Campion ha vinto la sua battaglia nel '93 con un film che esaltava la sensibilità femminile, riuscendo con profondità e senza sentimentalismi, a scuotere i cuori dei più rudi. Oggi, dopo la non troppo fortunata deviazione noir di In the Cut, pare avere ritrovato la sua strada, ripreso i linguaggi e i temi che sa usare meglio: in Bright Star, l'ultima sua opera in concroso a Cannes 2009, il desiderio, i sentimenti, che l'hanno anche spinta a tornare a lavorare, riconquistano il primato. 'Quando ho letto per la prima volta la biografia di John Keats di Andrew Motion - racconta Campion - ho provato emozioni così forti che mi è venuta voglia di proavre a trasmetterle visivamente, e con Keats ho iniziato un viaggio quasi più lungo e intimo delle mie relazioni con i miei migliori amici'. Il fulcro della storia è la love story tra il poeta, morto a venticinque anni di tisi, e l'altrettanto giovane Fanny Browne, sua vicina di casa. Relazione socialmente inaccettabile: lei ricca, corteggiatissima, brillante ragazza per bene, lui artista senza un soldo, immerso febbrilmente nei suoi versi. Le loro vite non avrebbero dovuto nemmeno sfiorarsi, invece la scintilla fra loro è così potente che travolge qualsiasi piano. Fanny respinge ogni altro pretendente, si fidanzano segretamente, progettano un futuro insieme, finché la malattia di Keats lo obbliga ad allontanarsi per trasferirsi nella più dolce Roma. Un esilio da cui non riuscirà più a tornare. 'E' un amore puro, di assoluto romanticismo, platonico ma capace di giocare con l'esplosione dei sensi. Qualcosa che va al di là della semplice sessualità, che era loro proibita. L'universo di Keats e Fanny è pieno di luce irradiata dal genio della poesia, e dal suo spirito. Una storia più forte di quella fra Giulietta e Romeo'. Anche se si basa soprattutto sulle opere, sulle lettere che Keats scrisse all'amata (le risposte lui le ha distrutte), il film non è affatto una sua biografia. Lo sguardo scelto dalla regista è quello di Fanny: 'Sono una donna e credo che questo sia naturale, viene spontaneo parlare del mondo prima di tutto dal nostro punto di vista: e poi Fanny è la pagina bianca, il mistero da scoprire. La amo, è un'eroina a me più vicina di quelle delle sorelle Bronte, delle protagoniste alla Jane Austen, tutte calcolo e astuzia; lei non ha alcun senso pratico, ha un pensiero più magico, è incapace di abbracciare la realtà. Nel suo ambiente tutti pensavano fosse destinata a un matrimonio ricco, ma ha preferito Keats, di povertà assoluta. Vive con forza le sue passioni, ama tutto ciò che non è abituale. E' indipendente, ostinata, io almeno me la sono immaginata così. Non so come una ragazza tanto giovane riuscisse a reggere un amore tanto intenso come quello di Keats. Certo doveva essere una personalità non comune. Io alla sua età sarei fuggita subito, se qualcuno mi avesse mandato una lettera con frasi del tipo: "Sogno che siamo delle farfalle che non hanno davanti a loro che tre giorni di vita. Con voi tre giorni sarebbero più piacevoli di cinquant'anni di vita ordinaria"'. [...]" (da Liana Messina, L'assurdo amore tra il poeta e l'eroina, "La Repubblica delle donne", "La Repubblica", 06/02/'10)

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