martedì 9 febbraio 2010

Lavori di scavo


"Secondo alcuni gli scrittori sono gli unici capaci di penetrare veramente i segreti della creazione letteraria: in effetti, a differenza dei critici, sono e si sentono parte in causa e le loro osservazioni, anche se non sistematiche, colgono generalmente nel segno. Penso ai saggi di Kundera, per esempio e al suo considerare la letteratura e i romanzi in particolare strumenti preziosi per conoscere e per pensare. Il premio Nobel J. M. Coetzee, sudafricano ora trasferitosi in Australia, celebre per romanzi come La vita e il tempo di Michael K. o Vergogna e per aver creato un personaggio alter-ego del calibro di Elizabeth Costello, ha già al suo attivo diverse raccolte di saggi letterari. In italiano, nel 2006, è uscito da Einaudi Spiagge straniere dove si ragiona di Bach e della nozione di classico, di Turgenev, Dostoevskij, Musil, Eliot e molti altri ancora. Ora è la volta di Lavori di scavo che raccoglie una serie di saggi, curati da Paola Splendore, scritti tra il 2000 e il 2005 e che Einaudi presenta nella traduzione di Maria Baiocchi. La prima sorpresa, per noi lettori italiani, è il capitolo inaugurale dedicato a Italo Svevo. Mi è venuta subito la curiosità di sapere quando e come Coetzee avesse scoperto Svevo e, tramite l'editore, gli ho mandato una e-mail a cui ha gentilmente risposto così: 'La prima volta che ho letto La coscienza di Zeno avevo vent'anni, negli anni '60, ma non l'ho apprezzato pienamente, forse perché a quel tempo non avevo familiarità con gli scritti di Freud e quindi mi sfuggiva la parte intellettuale del libro. Poi nel 2002, mi è stato chiesto da Robert Silvers della New York Review of Books di recensire la nuova edizione tradotta in inglese dall'illustre William Weaver. Per il mio lavoro ho dovuto rileggere Zeno (nelle versioni di Beryl de Zoete e di Weaver) e Senilità, così come tutto ciò che di Svevo era disponibile in inglese'. [...] Come Marquez aveva detto una volta, gli scrittori tra di loro si spiano e talvolta 'rubano' o prendono a prestito una scena, un personaggio, una situazione. E tutti tornano, o guardano ai padri: che cosa ne sarebbe della letteratura spagnola e occidentale in genere senza don Chisciotte? Davvero i Lavori di scarto come li ha definiti Coetzee, possono seguitare all'infinito." (da Paolo Mauri, J. M. Coetzee: la mia passione per Svevo, "La Repubblica", 05/02/'10)

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