venerdì 13 novembre 2009

I fantasmi delle biblioteche di Jacques Bonnet


"Camilleri ha due scaffali solo per quelli di Simenon. Falco ci lascia dentro matite, gomme, biglietti di tram. Lucarelli ha elevato una torre. Maraini combatte un fantasma che li fa sparire. Montanari compila una scheda per ognuno. pincio se li ritrova dappertutto (tranne in frigo, almeno per ora). E Rizzante impartisce un ordine da capitano di ventura: eliminate la zavorra, così si annega. I libri e gli scrittori. Prendete sette autori italiani e metteteli intorno all'ultima inchiesta in fatto di bibliomania, I fantasmi delle biblioteche (Sellerio), del francese Jacques Bonnet, editore, traduttore, scrittore. Per dirvi il personaggio, uno che, quando conobbe a Parigi Giuseppe Pontiggia, contrasse un accordo con lui per dare vita a una associazione di bibliofili. La condizione per parteciparvi? Possedere almeno ventimila volumi. Perché ventimila? Tanti, spiega, ne aveva il professor Ermanno Finzi-Contini, protagonista del romanzo di Giorgio Bassani. Un uomo, questo Bonnet, che quasi svenne quando, a Palermo, invitato a casa Sciascia, notò nella libreria dello scrittore siciliano il Journal dei fratelli Goncourt, un pezzo raro che lui (francese) non aveva mai visto. I libri oggi, spiega Bonnet, costano troppo, rivenderli non rende, occupano spazi menormi, hanno troppi nemici (polvere, topi, chi li chiede in prestito). Dividono drasticamente gli amatori in due categorie: collezionisti (gli amanti delle prime edizioni) e lettori insaziabili (che ne conservano pochi). I bibliofili avrebbero persino un santo protettore, il compositore Charles Valentin Alkan, schiacciato il 20 marzo del 1888 dal crollo della sua libreria. Le librerie, si sa, sono precarie, a furia (come disse Borges) di contenere mondi e specchiare universi. Da quella di Andrea Camilleri, per esempio, i thriller rischiano di tracimare. Gialli, polizieschi, noir: per il padre del commissario Montalbano sono un'ossessione. Ne possiede centinaia. 'Amo Hammett più di Chandler, P. D. James più della Christie, Van Dine più di Edgar Wallace. Fu Poe a dimostrare che non esistono barriere fra giallo, grande narrativa e poesia', spiega. E grazie a Gadda e Sciascia, aggiunge Camilleri, anche il giallo italiano (capostipite il suo amato Augusto De Angelis) è uscito dalle secche, legandosi ai luoghi geografici. Camilleri cita Fois per la Sardegna, Carlotto per il Nord, Lucarelli per Bologna. Anzi, esattamente Mordano. Qui Carlo lucarelli, vate dell'italian noir, ha ricoperto di libri i due piani di una piccola torre (un estro simile alla libreria a forma di libro di A rebours di Huysmans?). I volumi sono sistemati per argomenti, a loro volta suddivisi per nazione, ordine alfabetico, area tematica. 'Per mafia, terrorismo e servizi segreti ho inventato la sezione criminalia' dice. Sorride, interrogato, Giorgio Falco, autore einaudiano (L'ubicazione del bene la sua ultima fatica): 'La mia libreria invece è disordinata. Alterna un'archiviazione per autori affini a improvvise sequenze di ordine alfabetico e infine ordine casuale. Beh, non proprio casuale, ma che deriva dall'aver letto quasi contemporaneamente libri inconciliabili, tuttavia pertinenti a quel che voglio scrivere. Questo comporta incertezza, soste ansiogene davanti la libreria, con lo sguardo in aria, alla ricerca di ciò che non trovo'. Non parlate neppure di libri che non si trovano a Dacia Maraini (Il treno dell'ultima notte, Rizzoli). Rivela la scrittrice: 'Ne posseggo diecimila, divisi per categorie. Ma spariscono. Mi dimentico di metterli a posto, li presto, li perdo. E così li ricompro. Perché io vado sempre in giro con un libro, in valigia, in borsa, in tasca, nel taschino. Ne ho di piccolissimi. Sono sempre con me' (una borsa da passeggio zeppa di libri era il vizietto del sinologo Peter Kien, in Auto da fé di Elias Canetti). Organizzatissimo è al contrario Raul Montanari, scrittore e traduttore italiano di Cormac McCarty (Strane cose, domani, Baldini Castoldi). 'La narrativa è tutta in ordine alfabetico. Dei libri che leggo scrivo una scheda. Impiego anche un'ora, per farla bene. E nella mia scuola di scrittura creativa da dieci anni impongo di farlo anche ai miei allievi. Aiuta ad avere una vera forma di intimità con il libro che si è letto'. Vai a parlare di libri con gli scrittori. Finisce che ti schiudono la porta della loro officina. Come nel caso di Montanari e le sue schede. E allora gettiamo un occhio, dentro questa bottega di alchimisti delle parole. Il segreto? 'Un destino perfido' spiega Tommaso Pincio, esperto di letteratura nordamericana (Cinacittà, Einaudi). 'Volevo fare l'attore' racconta ' e ho frequentato l'Accademia di belle arti. La mia maestra in casa aveva libri ovunque. Quando una volta ho aperto il forno e li ho visti anche lì mi sono angosciato. Ho giurato a me stesso: non diventerò mai così. E invece lo sono diventato. Abito in una casa minuscola, tutta occupata dalle librerie che mi sono costruito da solo'. Massimo Rizzante ha una bella faccia da attore scespiriano. Insegna letteratura all'Università di Torino. Ha fatto rumore con il saggio letterario Non siamo gli ultimi (Effigie). Cresciuto a Parigi ('dove le case sono piccole') consiglia di far dimagrire la propria libreria. 'Alla mia età, 45 anni, si comincia a rileggere. E poi per me la critica è scegliere, non emettere giudizi. Avere il coraggio di fare delel scelte è un antidoto al mercato. Lo spirito del tempo è l'enciclopedia. L'intellettuale deve essere contro il suo tempo, andare controcorrente. Non si può vedere il lettore come un consumatore dell'oggi, cui vendere un prodotto effimero. Un libro deve restare e far crescere i cittadini del futuro'. Cittadini? Futuro? Ma dietro l'angolo non c'è l'apocalisse? Non saremo tutti, presto o tardi, volenterosi carnefici di internet? Lucarelli nega: 'Il coltello e la forchetta, ottimi modi per mangiare, non sono mai stati soppiantati. Anche il libro resta la tecnologia più comoda. Cammino davanti alla mia libreria, guardo i volumi, mi viene voglia di leggere qualcosa, mi porto il libro in bagno, lo poso sulla lavatrice'. Maraini è d'accordo: 'Un libro è materia organica, simile al corpo delle persone, non sarà mai sostituito dal metallo'. Montanari teorizza nuove forme di lettura. 'Pontiggia criticava il mito della compiutezza. Compra un libro, diceva, anche se non lo leggerai dall'inizio alla fine. Non trattarlo in mdoo sacrale. Il libro sid eve strapazzare, coem quando si fa l'amore'. Falco invita a ripensare anche le immagini. Lui adora i libri di fotografia. Sembra che le istantanee, dice, escano dai volumi per occupare i muri. 'Sono i pezzi di mondo che preferisco: la vita, quando assomiglia alla fotografia'. Per Pincio i libri sono già condannati. Ma le previsioni possono sbagliare: 'Quando l'uomo rinunciò all'avventura nello spazio, le aziende cercarono nuovi mercati. Nacquero internet e il pc. Eppure l'Ibm disse che non vedeva prospettive nell'uso domestico del pc'. E Pincio ricorda ancora un black out. 'Quando ho letto per ore a lume di candela ...'." (da Piero Melati, Biblioteche. Guida d'autore su come trovare, catalogare (e perdere) libri, "Il Venerdì di Repubblica", 13/11/'09)

Des bibliothèques pleines de fantômes (Denoel)

L'Inferno è avere oltre ventimila titoli

2 commenti:

zia Sam ha detto...

ho letto il libro e mi è piaciuto molto...davvero carino

anceh io ho un blog di libri, se vi va date un'occhiata

http://labancarelladiziasam.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

I always inspired by you, your thoughts and attitude, again, appreciate for this nice post.

- Norman