lunedì 24 novembre 2008

La lunga attesa dell'angelo di Melania Mazzucco


"Melania Mazzucco ha scritto con La lunga attesa dell’angelo un seducente romanzo storico, dove la realtà e l’invenzione, che sono gli ingredienti canonici del genere, si confrontano all’interno dello stesso protagonista. E questo si chiama Jacopo Robusti, il Tintoretto, di cui il romanzo può anche essere definito la biografia. E’ lo stesso artista a raccontarsi, inchiodato al letto, nei quindici giorni di febbre - quasi stazioni di una Via Crucis - che precedono la sua morte, avvenuta nel maggio del 1594. Si tratta anzi di una confessione, come indica la ricorrente invocazione, la chiamata a testimone e perfino il sofferto contenzioso, con il Signore. Due sono i poli d’interesse che sollecitano la memoria di Tintoretto: la pittura e la numerosa famiglia. Si stampano nitide sullo sfondo della Venezia cinquecentesca, ricostruita nel suo vivido brulichìo - il fasto principesco e mercantile, la poveraglia rissosa e festante - con una aderenza che, per essere documentatissima, non è meno appassionata e affascinata. Tintoretto è tutto preso dall’arte, per acquistare stima e risonanza deve combattere con le ristrettezze del suo rango e l’ombra immane di Tiziano, senza venire meno a un temperamento indocile, alieno dai compromessi. La guerra contro i Turchi, la peste, l’impressionante incendio di Palazzo Ducale non intaccano la sua dedizione strenua al lavoro. Che si riverbera in modo contrastante, positivo e negativo, sui familiari. Due dei figli si ribelleranno con esiti dolorosi alla tirannia paterna, soltanto il remissivo Dominico raccoglierà la sua eredità, pur sapendo di non poterlo mai eguagliare. Quattro delle femmine sono costrette a monacarsi, non la figlia naturale Marietta, che diventa la deuteragonista del romanzo. Impone caparbiamente la sua presenza nella bottega, prima adoperandosi come garzone poi cimentandosi con la tela e il colore, fino a impadronirsi brillantemente del mestiere. Per superare i pregiudizi del temposi taglia i capelli a zazzera e si veste come un maschio. Diventa la prediletta del padre ma dall’ammirazione reciproca sprizza una amorosa scintilla che li avvince. Ed è qui che, al di là delle possibili insinuazioni delle fonti documentarie, scatta l’invenzione di Melania Mazzucco. Marietta diventa per Tintoretto una vera e propria ossessione, fonte di estatico turbamento. E’ l’angelo lungamente atteso, al quale sembra accennare il fantoccio alato appeso al soffitto che gli è servito da modello per le sue creazioni. Si compiace di ravvisare nel volto di lei qualche suo tratto, salvo augurarsi in altri momenti di riscontrarne una rassicurante estraneità. E’ un ingorgo che Tintoretto si risolve a superare imponendo alla ragazza il matrimonio, che risulterà freddo, con un gioielliere tedesco. Ma l’ombra dell’incesto appare di per sé scongiurata dall’assunzione di quel rapporto in una forma di amore assoluto, totalizzante. Che assume in Marietta una forza particolarmente rapinosa. Come riconosce il padre nei suoi vaneggiamenti: 'Non posso cercarla nei suoi quadri, perché li ha fatti alla maniera di me - per essere me. All’inizio gliel’ho chiesto io, poi glielo hanno chiesto i clienti, alla fine lo ha chiesto lei a se stessa'. Marietta, che pure ha avuto apprezzamenti principeschi, ha deciso di sublimare la sua passione annullandosi come pittrice, rinunciando infine al pennello. E’ un sacrificio che sembra vanificato, e reso tanto più doloroso, dalla morte straziante di un figlioletto che Marietta aveva generato idealmente per lui, per dare continuità di sangue e di viscere al suo inalterato affetto. 'La passione per la vittoria - può concludere amaramente Tintoretto - ha dominato la mia infanzia, illuminato la mia adolescenza, guidato la mia maturità. Ma ormai solo la sconfitta mi appassiona, Signore. Solo a essa riconosco grandezza e nobiltà. La sconfitta degli uomini e la tua'. Dove si allude agli straordinari teleri, alla struggente Crocifissione della Scuola di San Rocco.
Melania Mazzucco racconta di essersi imbattuta e familiarizzata con Tintoretto osservando la presentazione della Vergine al Tempio che si trova nella chiesa veneziana della Madonna dell’Orto, ammirando la fanciulla radiosa - ipotetica Marietta - che si incammina verso la lunga scalinata. Anche a noi è dato di incontrarlo in modo nuovo, di appagarci della sua arte e della sua umanità, leggendo questo libro. Dove colpisce il ricorso a una lingua che riesce a contemperare l’alto e il basso, la sapienza di una struttura che, superato il primo impaccio, ci cattura nel febbrile andirivieni del tempo e dello spazio, nei sottili raccordi evocativi, ritmati dai soprassalti della mente e della coscienza" (da Lorenzo Mondo, E Marietta fece arrossire Tintoretto, "TuttoLibri", "La Stampa", 22/11/'08)

2 commenti:

laura ha detto...

Salve. Vorrei segnalare, se può interessare, che è online l'intervista che Melania Mazzucco ha rilasciato in esclusiva al nostro blog http://leragazze.wordpress.com

Anonimo ha detto...

Trovo il romanzo molto bello e commovente.
Vorrei esprimere tutto mio apprezzamento alla scrittrice.
Già con " Vita" l'autrice era riuscita a toccare le corde del cuore, ma qui è riuscita a fare veramente di meglio.
Complimenti Melania
sarò sempre un tuo affezionato lettore
Luigi Pagliaro