Allarme Beni culturali
"Può sembrare anacronistico occuparsi di tutela dei beni culturali e del paesaggio mentre infuria una tempesta economica senza precedenti che diffonde incertezza, paura e sfiducia e chiede risposte urgenti ed efficaci. Eppure non si tratta di un tema peregrino, tantomeno di un pretesto per parlar d'altro evadendo quelli che più ci riguardano. Si tratta invece di un tema estremamente pertinente. Viviamo giorni e mesi di decisioni radicali che da un lato tendono a mettere in atto misure di tamponamento che garantiscano nell'immediato depositi bancari, il patrimonio di banche e di imprese, il sostegno della domanda e dei redditi più deboli. Ma dall'altro configurino nuovi assetti e nuovi equilibri nei meccanismi di produzione e di distribuzione della ricchezza. Configurino anche una socità diversa da quella attuale, una maggiore trasparenza e più incisivi controlli per bilanciare il necessario rafforzarsi dei poteri rispetto ai diritti. In questo profondo rimescolamento esiste il pericolo che la cultura, cui si continua tributare omaggio di parole, costituisca nei fatti l'anello debole e addirittura la vittima sacrificale. Cultura, ricerca, beni culturali, patrimonio pubblico, paesaggio, sono infatti considerati come altrettanti elementi opzionali dei quali si può tranquillamente fare a meno. I tagli di spesa più cocenti sono avvenuti proprio in questi settori non soltanto per eliminare sprechi ma per recuperare risorse dirottandole verso altre destinazioni. Non si è considerato che non si tratta di spese ma di investimenti che, proprio per la loro natura, non pososno essere interrotti senza causare nocumento e deperimento gravissimi. La tutela di questi beni, la loro salvaguardia e la loro valorizzazione, hanno tra l'altro effetti diretti sull'economia del Paese poiché sono connessi all'industria del turismo che rappresenta una delle maggiori risorse del nostro territorio. [...]" (da Eugenio Scalfari, I vostri beni. Come porre rimedio ai disastri, "La Repubblica", 11/11/'08)
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