Biblioteca civica "MINO MILANI" bibliogarlasco@yahoo.it tel. 0382/801009 "Le paradis, à n'en pas douter, n'est qu'une immense bibliothèque" (Gaston Bachelard) SELEZIONE DI ARTICOLI SULL'UNIVERSO-LIBRO
mercoledì 12 novembre 2008
Fragile e spavaldo. Ritratto dell'adolescente di oggi di Gustavo Pietropolli Charmet
"Non è solo un intellettuale brillante, uno studioso serissimo, un clinico da sempre in trincea: Gustavo Pietropolli Charmet sembra il cantore di quella generazione così enigmatica, indecifrabile, composta da I nuovi adolescenti (secondo il titolo di un suo libro pubblicato anni fa da Raffaello Cortina). E' uno psichiatra di formazione freudiana, ha settant'anni, ha insegnato per una vita alla 'Bicocca', ancora attivissimo a Milano con i suoi giovani pazienti, quelli che lui definisce tristi - con disarmante semplicità. Di Charmet è uscito un tascabile ricco di idee inconsuete ma molto fondate, che traccia un sorprendente identikit di questi ex bambini prodigiosi, piccoli imperatori vezzeggiati e ora confusamente immersi nella lunga cerimonia dell'addio all'infanzia, ormai sulla ribalta del grande teatro della crescita. E' un librino molto denso nella sua agilità, rigoroso e chiaro, destinato soprattutto a tanti genitori e insegnanti spesso disorientati, spiazzati, allarmati dai comportamenti 'normali' ma non per questo meno oscuri e problematici dei ragazzi alle prese con l'età incerta, fatta di rituali bizzarri, scarti, arresti, e poi improvvise accelerazioni: si intitola Fragile e spavaldo. Ritratto dell'adolescente di oggi (Laterza). [...] Leggendo i suoi libri - e quest'ultimo in particolare - sembra molto più severo con questi adulti che con i suoi adolescenti narcisisti, fragili e spavaldi. A lei, questi ragazzi fanno simpatia. E infatti scrive: 'Chi conosce i giovani, finisce per apprezzarli'. Lei li conosce: cosa apprezza di loro? 'A rischio di apparire buonista o anche idealizzante, non sono favorevole alla denigrazione massiccia che subiscono questi ragazzi che invece sì, io tendo ad apprezzare. Quando sono dentro una relazione con un adulto abbastanza competente, sono molto etici, si impegnano sul piano della narrazione di sé, mostrano una grande capacità di ricognizione della loro mente. A dispetto delle apparenze, sono affettivi: ad esempio, la loro vita di coppia è molto più evoluta di quella degli adolescenti di un tempo, hanno un livello di autonomia reciproca molto elevato, non coltivano eccessivamente il sentimento della gelosia, magari hanno smarrito il senso della garnde passione amorosa, onirica, a vantaggio però di una certa pacatezza e stabilità. Soprattutto hanno introdotto una pariteticità reale tra maschile e femminile che senz'altro avrà una ricaduta sui loro rapporti più maturi, sulla genitorialità futura, sulla vita familiare e nei rapporti con i figli ... A me non sembra poco'. Ma chi è l'adulto 'abbastanza competente'? I genitori no, gli insegnanti neppure ... Sarà lo specialista, il terapeuta, uno come lei? 'No, per questi adolescenti l'adulto competente è chiunque coltivi ed esprima una forte passione per 'qualcosa'. Ecco, quando individuano qualcuno che secondo loro va bene, in base a criteri anche difficili da decodificare, possono esserne soggiogati. Anche un docente un po' svitato, ma realmente appassionato della sua materia, diventa un punto di riferimento, una risorsa. Gli altri adulti - quelli opachi - non sono contestati, non sono avversari da abbattere, semplicemente rimangono del tutto irrilevanti'. Lei sta parlando dei ragazzi 'nromali', non proprio di quelli che indulgono nelle varie condotte a rischio e conquistano i notiziari ... Sembra invece piuttosto preoccupato da quello che definisce il fenomeno della 'reclusione volontaria': davvero può esserci il rischio di un rifugio difensivo nel mondo del virtuale? 'Sì, credo che il virtuale possa mettere al riparo dallo sviluppo di sintomi psichici gravi. Nessuno deve vedere l'adolescente troppo fragile per reggere lo sguardo dell'altro, mille volte meglio restare in relazione senza corpo: è la celebrazione della più radicale delle difese rispetto all'eventalità di sperimentare il sentimento sociale della vergogna. Sarà allora il caso di incoraggiare gli adolescenti a incamminarsi verso la condivisione, a non temere i traumi e le mortificazioni. Diversamente i nostri ragazzi seguiranno le orme dei loro colleghi giapponesi: un milione di ragazzi spariti dalla circolazione, chiusi nella loro cameretta online, come in un ospedalino da campo nelle retrovie della vita'." (da Luciana Sica, Non sparate sui nuovi adolescenti, "La Repubblica", 08/11/'08)
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1 commento:
leggere l'intero blog, pretty good
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