mercoledì 28 settembre 2011

Il mercante di libri maledetti


"In dieci giorni è già secondo nella classifica dei più venduti, senza che i grandi media se ne siano interessati, senza pubblicità, senza televisione. Il mercante di libri maledetti, thriller medievale di Marcello Simoni (Newton Compton), sembra arrivato in totale silenzio, quatto quatto come dal nulla. In realtà non è proprio così. Intanto è arrivato dalla Spagna, perché l’autore, bibliotecario a Comacchio, ha scelto un cammino abbastanza tortuoso verso la notorietà. L’inedita triangolazione, ci racconta, è nata dal caso. Lui, trentasei anni, medievista e archeologo, una solida reputazione per gli studi sull’abbazia di Pomposa, quando si trovò ad aver scritto un romanzo nato dalle sue frequentazioni storiche, come tutti gli esordienti si chiese che fare.

«Dall’Italia non arrivavano risposte, così spedii una serie di email a case editrici spagnole. In fondo il mio protagonista si chiama Ignazio da Toledo», spiega. E non solo. Ignazio è anche un mercante di libri e reliquie, di origine mozaraba e dal passato oscuro, che si aggira nell’Europa del Trecento per ritrovare un antico tomo che consente di evocare gli angeli, rubato anni prima a un monaco in fuga precipitato in un burrone. Una buona storia per gli spagnoli, in attesa degli italiani? Pare proprio di sì: molti non gli rispondono, ma una editor lo invita a inviare il testo. Il libro piace, esce col titolo El secretos de los quatros angeles per Boveda, e vende benino. A questo punto Simoni si trova un agente, e il gioco è fatto.

Alla Newton Compton ci credono, anche perché sono reduci dal buon successo di un romanzo consimile, Il libro segreto di Dante , di Francesco Fioretti. Spiega l’editore, Raffaello Avanzini: «Abbiamo deciso di puntare sui librai, e soprattutto su quelli indipendenti. Già a luglio si è preparata un’edizione speciale per loro. Insieme a un piccolo sito Web, con i primi due capitoli. Abbiamo lavorato tanto». Una pioggia di gadget si è abbattuta su librerie piccole, medie, grandi e di catena. Il resto lo ha fatto l’ormai mitico «passaparola», formula magica per spiegare i successi inaspettati, ma è stato un passaparola assai elettronico.

Il mercante di libri maledetti è rimbalzato sui siti specializzati in romanzi storici, fantasy, thriller, gotico, horror. «Su uno dei più seguiti, Thriller Magazine, ho avuto una recensione che mi ha inserito in un discorso di genere di cui non conoscevo l’esistenza, gli “pseudobiblia”» racconta l’autore. E deve avergli giovato quanto un passaggio televisivo. Che si tratti di romanzo di genere non c’è dubbio.
Ma non verrebbe più immediato accostarla all’Umberto Eco di Il nome della rosa? «Non saprei. Intanto il mio è un thriller, non un giallo, e poi non ci sono digressioni saggistiche. In Eco le vittime sono già bell’e morte, a me invece piace ammazzarle in diretta» scherza Simoni. Se proprio deve pensare ad autori che lo hanno influenzato, parla di Salgari e Jack London. Gli piace l’avventura, senza preoccupazioni linguistiche. Progetto letterario? «Scrivere qualcosa che piaccia alla gente».

Il simpatico archeologo di Comacchio incarna in qualche modo un nuovo modello, che si sta imponendo con rapidità. Non è solo il successo del romanzo storico di ambiente medievale: è quello di libri che si affacciano al mercato in modo diverso da prima. In America è ormai frequente il caso di autori autopubblicati che ottengono un buon riscontro e vengono successivamente rilanciati dalla grande editoria: Figlia del silenzio, di Kim Edwards, ora tradotto da Garzanti, è uno di questi, storia un po’ strappalacrime di due gemelli separati dalla nascita, uno dei quali, una bambina, ha la sindrome di Down. E proprio in casa Garzanti quest’anno si sono raccolti frutti assai generosi da titoli che del passaparola hanno fatto la loro forza: da Il profumo delle foglie di limone di Clara Sánchez a Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh e infine Avevano spento anche la luna di Ruta Sepetys.

«Forse abbiamo aperto un filone» dice il direttore editoriale Oliviero Ponte di Pino. Come lo definirebbe? «Romanzi di formazione su tematiche importanti, storie interessanti ben raccontate». E almeno a prima vista, niente affatto consolatorie: la Sánchez parla di nazisti, la Sepetys di Gulag staliniani. Anche in questi casi, trattandosi di autori sconosciuti in Italia, ben prima dell’uscita sono state inviate le bozze ai librai, e si è lavorato sui blog molti dei quali ormai ricevono dagli editori un’attenzione pari a quella degli altri media. Il linguaggio segreto dei fiori è un caso a sé: venduto nel 2010 alla Fiera di Londra un po’ in tutto il mondo a cifre da bestseller, era fin dall’inizio un romanzo su cui si appuntavano grandi attese.

Il titolo suggestivo deve avere parecchio aiutato questa storia di una ragazza difficile che, come spiega il suo dossier nel sito a lei dedicato, «ha l’abitudine di preparare mazzi di fiori di cui solo lei conosce il significato». Ancora una volta, un sito piuttosto ricco e articolato torna al centro della macchina promozionale. Non è indispensabile: per esempio, non ci risulta che la Marsilio ne abbia uno dedicato a Roberto Costantini, ingegnere e dirigente della Luiss di Roma, romanziere esordiente a 58 anni, che appena uscito con un monumentale thriller, Tu sei il male, ha cominciato subito a scalare le classifiche. I suoi video e le segnalazioni in rete sono già numerosissime ed entusiaste.

Il romanzo, 669 pagine, mette in scena un commissario dal passato ingombrante nella destra extraparlamentare alle prese con un delitto romano (una ragazza il cui cadavere galleggia nel Tevere), in una vicenda che si snoda tra il 1982 e il 2006: due celebri partite ai Mondiali di calcio e tanti misteri italiani. È il primo tomo di una trilogia, il che fa pensar subito a Stieg Larsson, e come il giallista svedese non mostra la minima preoccupazione linguistica. È tutto trama, una storia senza linguaggio che sta conquistando lettori. Nessun bestseller viene dal nulla, ma non è detto che l’era del passaparola - elettronico o meno - sia davvero la terra promessa di una nuova «democrazia» della lettura." (da Mario Baudino, Il bestseller venuto dal passaparola, "La Stampa", 28/09/'11)

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