sabato 23 febbraio 2008

Persepolis di Marjane Satrapi


"In Iran, Persepolis non lo vedranno. Non ora, non ufficialmente. L'annuncio che andava a Cannes 2007, poi la nomination all'Oscar, hanno suscitato le ire del governo del Paese da cui Marjane Satrapi è lontana da quattordici anni. 'Purtroppo non credo che potrò mai tornarci, tengo troppo alla mia libertà'. E' normale che nell'attuale Iran oscurantista sia sgradita una donna che a tredici anni già contestava le regole integraliste della 'rivoluzione islamica', rifiutandosi di portare il velo. Da lì inizia la sua storia, raccontata in quattro volumi di fumetti tra il 2000 e il 2003, divenuti best seller internazionali e ora film a disegni animati. Lei ne firma la regia con Vincent Paronnaud. Parla di un'adolescente cresciuta in una famiglia colta, impegnata politicamente, senza pregiudizi religiosi, di colpo privata delle più piccole libertà: non può ascoltare la musica preferita, il rock, né vestirsi come vuole o dire ciò che pensa. Lei è impetuosa e i genitori la mandano all'estero a studiare, a Vienna. Il suo primo esilio è pieno di solitudine, rimpianti, ricordi, esperienze sentimentali dolorose. Rientra in patria diciott'anni ma le sembra di 'camminar in un cimitero, circondata da vittime d'una guerra da cui ero fuggita'. Si sposa, divorzia, riparte, si trasferisce in Francia dove troverà una strada professionale e privata. Chiaro racconto autobiografico, con notazioni sui vari Paesi: 'Non c'è solo l'Iran, ci sono le mie esperienze negative austriache ad esempio. Volevo mostrare che gli esseri umani sono uguali dappertutto. Non amo l'idea di essere una portaparola politica, di una generazione, non si può identificarsi in un popolo, solo in una persona. La vera divisione non è tra Asia e Occidente, è fra idioti e non idioti, e idioti ce ne sono da ogni lato. Quando, come acacde oggi, si attaccano i musulmani, li si riduce a qualcosa di astratto e diventa più facile bombardarli'. Passare dai libri ai film è stata un'avventura inaspettata: 'Non ci avevo mai pensato, era un sogno. Mi è stato proposto, ho colto l'occasione: un po' tutta la mia vita funziona così, senza piani. Anche il fumetto è stato un caso: volevo raccontare delle storie ma non sapevo con quale mezzo. Sono arrivata in uno studio di disegnatori e, forse per farmi star zitta, mi hanno chiesto di inventarmi un fumetto'. In quello stesso atelier lavorava Paronnaud: Marjane gli chiese aiuto: 'Subito abbiamo scelto l'animazione tradizionale piuttosto del digitale, tagliando molte parti, creando scene ex novo. Ci siamo ispirati agli amori comuni: l'espressionismo tedesco e la commedia italiana." (da Liana Messina, L'Iran a fumetti di Satrapi, "DLa Repubblica delle donne" 23/02/'08)
"Illustrator Marjane Satrapi" (da Npr.org)

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