domenica 10 febbraio 2008

Ipek Calislar: "Il turban è un falso problema, serve più dignità per le donne"


"'La sensibilità del governo sembra limitarsi alla liberalizzazione del velo. Ma la gente è furiosa perché non si cura invece degli altri diritti. Le donne turche hanno bisogno di raggiungere pari dignità'. La scrittrice Ipek Calislar sa bene quel che dice. E per molti motivi. E' l'autrice della biografia della moglie di Ataturk, la signora Latife (Latife Hanim), lo scorso anno un best seller assoluto in Turchia, ma anche libro capace di attirarsi molte critiche proprio a causa di un velo nero. Nel volume, basato su anni di ricerche storiche da parte di questa giornalista che, licenziata da un giorno all'altro, si è trasformata in scrittrice, il rivoluzionario fondatore della Turchia moderna fugge una notte da un complotto volto a eliminarlo, nascondendosi sotto a un chador. Una mossa consigliatagli dalla consorte, la signora Latife, appunto, che però ha fatto apparire il grande Mustafa Kemal alla stregua di una donnicciola. Una biografia che per serietà ed accuratezza è stata premiata dalla critica e dai lettori. Ma è caduta nelle maglie della censura nazionalista che ha portato l'autrice a processo (poi assolta) con l'accusa di aver insultato il padre dei turchi. Ipek Calislar, che cosa cambia in Turchia con la liberalizzazione del velo nelle università? 'Io mi sento un po' colpevole quando vedo una giovane donna fermata all'ingresso delle università a causa del turban'. Perché? 'Perché questo è un problema che avrebbe dovuto essere risolto anni fa, ed è un'orribile discriminazione'. Ma a protestare in piazza sono molte associazioni femministe. 'Capisco infatti la protesta di molte donne contro queste modifiche'. E la Turchia non rischia di cadere nell'antisecolarismo? 'No. Abbiamo leggi forti nel proteggere la laicità. Il movimento di liberazione delle donne è cominciato nel 1908, poi è cresciuto nei primi anni della Repubblica'. Gli anni della signora Latife, appunto. 'La moglie di Ataturk era una militante attiva, si definiva una femminista. Erano i giorni in cui le donne si liberarono di veli e chador'. E la Turchia oggi? 'Un paradiso per gli uomini, purtroppo. Le donne non nascono con gli stessi vantaggi. Come in tutto il mondo, del resto'. La riforma del velo può essere un primo passo? 'Il velo libero non è sufficiente. Se il governo vuole davvero provare la sua sensibilità nei confronti della questione femminile dovrebbe prendere provvedimenti immediati contro le discriminazioni'. Come, nel concreto? 'Preparando un programma con le organizzazioni femminili, aprendo a quote di donne negli impieghi, nel Parlamento, assegnando uguali salari. Le donne qui sono molto povere, vengono licenziate sistematicamente, esposte alla violenza e alla morte. Sono dominate. Solo metà delle bambine accede alla scuola secondaria, le famiglie le fermano prima. Le donne vorrebbero praticare uguali diritti ma sono sempre bloccate da padri conservatori, mariti, fratelli'. E il partito di opposizione che è andato in piazza? 'Purtroppo anche loro che sono gli organizzatori delle proteste hanno lo stesso approccio per quanto riguarda le quote delle donne in politica'." (da Marco Ansaldo, 'Il turban è un falso problema, serve più dignità per le donne', "La Repubblica", 10/02/'08)
"Turchia, dal Parlamento sì al velo per le studentesse universitarie" (da Repubblica.it)

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