domenica 14 settembre 2008

Simona Vinci: "La Vanda che con i libri placò le mie ire infantili"


"Quello della prima elementare fu il mio annus terribilis. Cominciò un giorno di settembre che pareva felice e si rivelò subito per quel che era, un inferno: unica di tutta la classe a saper già leggere e scrivere, venni scaraventata dal primo all´ultimo banco perché la prima fila affacciata alla lavagna serviva ad altri più che a me. Ferita, mi vendicai stringendo un´alleanza d´acciaio con due teppisti in erba insieme ai quali per tutto l´anno tiranneggiai gli altri compagni e sfogai l´ira prendendo a calci, quando potevo, la malcapitata che aveva osato umiliarmi con l´ultima fila. La maestra in questione era un´obesa con un parruccone cotonato al posto dei capelli e un espressione bovina che costringeva a darsi i pizzichi sulle braccia per non cadere addormentati sul banco. Un anno orribile, e interminabile, in cui fui bollata come caratteriale e bisognosa di urgenti cure psicologiche, ma che grazie al cielo finì. Il primo giorno della seconda elementare, il sipario si spalancò su un miracolo: in cattedra, al posto dell´obesa c´era una visione angelica. Si chiamava Vanda Salmi, aveva gli occhi celesti e i capelli rosso tiziano, e si rivelò subito ironica e saggia. Capace di sedare ogni lite e tirar fuori il meglio anche dalle teste di coccio. Fu la mia salvezza. E quella di tanti altri bambini. Sfruttò la mia passione per la lettura insegnandomi a indirizzare le mie ire così: leggendo e scrivendo. Se non avessi incontrato 'la Vanda', amante dell´opera lirica, avida lettrice, viaggiatrice, maestra felice di essere maestra, non so come sarei finita, date le premesse di quel primo orribile anno." (da Simona Vinci, "La Vanda che con i libri placò le mie ire infantili", "La Repubblica", 14/09/'08)

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