mercoledì 24 settembre 2008

Harry Potter o l'anti Peter Pan. La magia della lettura di Isabelle Cani


"Harry Potter contro Peter Pan. Il principio di realtà contro il principio di piacere. La necessità di diventare adulti contro il sogno di rimanere per sempre bambini. Il successo planetario dei romanzi di J. K. Rowling può essere letto anche così, come il segnale di una società in lenta trasformazione che, almeno inconsciamnete, vorrebbere rimettere in discussione l'idealizzazione dell'infanzia. E' questa in sintesi, la tesi di un intelligente e stimolante saggio intitolato Harry Potter o l'anti Peter Pan (Bruno Mondadori), il cui sottotitolo originale recita 'Per farla finita con la magia dell'infanzia' (diventato inspiegabilmente nella traduzione italiana 'La magia della lettura'). L'autrice è Isabelle Cani, una brillante studiosa francese che da anni studia la letteratura per l'infanzia e la narrativa popolare, la cui lettura attenta e appassionata delle avventure del maghetto di Hogwarts offre molteplici spunti di riflessione. 'La società contemporanea è dominata dalla sindrome di Peter Pan, vale a dire dall'incapacità di crescere e diventare adulti', spiega. 'Dato che consideriamo l'infanzia il periodo più bello della vita, vorremmo restare bambini il più a lungo possibile e, una volta adulti, continuiamo a sognare un ritorno all'età dei giochi. Se Harry Potter ha avuto così tanto successo, non è, come credono alcuni, perché aderisce a questa prospettiva, ma al contrario perché si muove controcorrente, mostrando ai lettori l'importanza e la necessità di crescere. I grandi successi non nascono mai proponendo al pubblico ciò che già si aspetta'. Anche quello di Peter Pan all'inizio era un messaggio originale ... 'Creando Peter Pan nel 1904, James Barrie ha anticipato una tendenza che sarebbe diventata evidente solo più tardi. La paura di crescere e il desiderio di restare per sempre bambini si sono radicati in una società modellata proprio dal mito di Peter Pan, in seguito rafforzato dalla società dei consumi e dalla sacralizzazione dell'infanzia. Oggi, almeno inconsciamnete, iniziamo a desiderare un'inversione di rotta. J. K. Rowling ha dato voce a questo bisogno e l'ha interpretato a modo suo'. Il mondo di Harry Potter è però quello della magia, che rifiuta il principio di realtà con cui dovrebbe fare i conti l'età adulta. E' solo apparenza? 'La scrittrice inglese porta avanti un progetto pedagogico molto cosciente e strutturato, che mira a capovolgere il tradizionale universo della magia e il suo legame con i sogni infantili. Forse J. K. Rowling non ha pensato direttamente a Peter Pan, visto che non fa alcuna allusione al personaggio di Barrie, ma certo i suoi romanzi esprimono uan visione diametralmente opposta che però, specie nei primi volumi, continua a nascondersi dietro convenzioni dell'universo magico. Utilizzando come modello i romanzi di magia di Anthony Horowitz, la scrittrice ne riprende strutture e stilemi, cambiandone però il segno, in modo da veicolare il suo messaggio sulla necessità di affrontare la realtà'. [...]" (da Fabio Gambaro, Harry Potter contro Peter Pan, "La Repubblica", 23/09/'08)

Nessun commento: