lunedì 4 agosto 2008

L'ultima lezione. La vita spiegata da un uomo che muore di Randy Pausch


"Il professor Randy Pausch è morto. Era nato nel 1960 e insegnava Computer Science alla Carnegie Mellon University. La sua fama è dovuta alla lezione-commiato che tenne dinanzi a 400 persone, dieci mesi fa, nel settembre scorso. Essa divenne - grazie alla presenza in sala di Jeffrey Zaslow del "Wall Street Journal" - un libro di straordinario successo dal titolo, appunto, L'ultima lezione. La vita spiegata da un uomo che muore (The Last Lecture). Il video di quell'addio finì subito su YouTube: i visitatori si sono moltiplicati con forza esponenziale e in meno di due mesi oltre tre milioni e mezzo di persone (sessantamila al giorno) lo vollero rivedere. I media americani scoprirono in tal modo Randy Pausch e cominciarono a invitarlo nei più seguiti talk show televisivi. Una lezione, un articolo, un video, un libro. Ma questa catena di comunicazioni racchiude un addio alla vita coraggioso, proferito con humour e semplicità, persino con ottimismo. Pausch disse di avere un cancro al pancreas e che per questa forma di tumore, nonostante i progressi, si era fatto poco o nulla. Decise di lasciare subito il lavoro. L'incipit di questo discorso fu commovente: 'Ho un problema di sistema. Benché abbia sempre goduto di una forma fisica strepitosa, ho ben dieci metastasi al fegato e mi restano solo pochi mesi di vita. Ho sposato la donna dei miei sogni e sono padre di tre bambini. Certo, potrei passare le giornate a compatirmi, ma questo non sarebbe d'aiuto né a loro né a me'. Poi pose una domanda che pochi osano farsi: 'Come trascorrere il poco tempo che mi resta da vivere?'. Si diede una risposta che cominciava con queste parole: 'Principalmente con la mia famiglia, per prendermene cura, ovvio. Ora che ancora posso, vivo ogni momento con loro e cerco di fare qualsiasi cosa perché possano affrontare al meglio la mia assenza. Il resto del tempo, cerco di insegnare ai miei figli quello che avrei insegnato loro nei prossimi vent'anni'. Esperto di realtà virtuale, Randy Pausch fu concreto sino all'ironia, sino a suscitare brividi e sorrisi. Tra le sue frasi, una merita di essere scolpita: 'Non possiamo cambiare le carte che ci vengono servite, solo il modo in cui giochiamo la mano'. Parlò anche di sogni che si realizzano, invitò a scoprire le proprie passioni e a seguirle: se non fosse così, coloro che smettono di cercarle - sottolineò il professore - è come se aspettassero solo 'la Mietitrice'. Quella sua lezione è stata il primo inno universale alla vita del terzo millennio, un sollecito per riflettere su qualcosa che attende ogni creatura. O forse Randy Pausch ha lasciato il commento più attuale a quella frase che Burt Lancaster disse ad Alain Delon nel film Il gattopardo, sotto l'attenta regia di Luchino Visconti: 'Io penso spesso alla morte. Vedi, l'idea non mi spaventa di certo. Voi giovani queste cose non le potete capire, perché per voi la morte non esiste, è qualcosa ad uso degli altri." (da Armando Torno, L'ultimo saluto di Randy Pausch, "Corriere della Sera", 26/07/08)

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