sabato 9 agosto 2008

La vita facile di Richard Price


"Sorpresa dell'autunno, uno scrittore sconosciuto in Italia - ma molti avranno visto il film Clockers, regia di Spike Lee: il romanzo da cui è tratto, la sceneggiatura e quei dialoghi memorabili sono di Richard Price. Sarà bene ricordare che molti dei migliori narratori americani si sono affermati anche grazie al proficuo rapporto con il cinema e che tutto ha origine in Hemingway, coi suoi racconti dove il dialogo ha valenza narrativa assoluta. Da Bellow a Price, la commedia umana americana è fiorita sull'uso magistrale del dialogo, che è come dire il ritmo delle figure. Nel caso di Price, aggiungiamo la padronanza del montaggio e la buona mano per le scene, ed ecco La vita facile (Giano) che dopo lo strepitoso successo negli USA arriverà al lettore italiano. Prologo, perfetto: la Squadra Speciale Qualità della Vita, quattro felpe in un finto taxi fermo lungo la rampa di accesso al ponte di Williamsburg, in attesa di pescare qualcuno da arrestare. Noia, ironia, ma niente in vista, e allora ci si muove, il ritmo delle svolte a gomito nelle strade, le insegne, le luci, i rumori: la notte del poliziotto. Le felpe cercano anche una pistola, quella che dovrebbe essere sparita dalla scena del delitto, dove sono arrivati per primi. Tre compagni hanno fatto tardi per bar, due a sorreggere il terzo ubriaco fradicio, si sono trovati di fronte un nero e un ispanico con pistola, che chiedevano i soldi. Eric ha allungato il portafogli evitando di guardarli in faccia. Steve è scivolato a terra e lì è rimasto, Ike ha pensato bene di replicare. Un colpo dritto al cuore di una 22, una pistola mezzasega: fine gioco. Questo è quel che racconta Eric Cash, ma agli agenti si presentano due ragazzi un po' snob in libera uscita, lui bianco lei nera, dicono che erano presenti e non hanno visto nessun aggressore, solo Eric che correva con un oggetto metallico in una mano verso il palazzo adiacente. Un telefono o una pistola? Un prologo, un capitolo per introdurre Eric Cash e il suo incontro con Ike, ascoltare il vaniloquio ansioso dei due ragazzi che arriveranno puntuali all'appuntamento con la disgrazia e farci notare che Eric e Ike i due ragazzi che si sono sfiorati, davanti a una vecchia sinagoga col tetto crollato, due mondi non comunicanti - e siamo dentro la storia. Eric Cash è la figura principale, è arrivato nel quartiere da una decina d'anni in cerca della 'vita facile', già attore, finito a scrivere sceneggiature su commissione, e meno male che Harry Steele gli ha offerto il posto di direttore del Cafè Berkmann, 'un ristorante travestito da teatro, travestito da nostalgia'. Tra gli altri spiccano Matty Clark, detective irlandese tutto mascella e problemi, 44 anni di delusioni e due figli che stanno con la madre; il Grande, poliziotto di paese su al nord; l'Altro, adolescente in balia del maggiore che spaccia erba al liceo con la complicità del Grande. E Tristan, diciassettenne portoricano con un'infanzia da dimenticare, che scrive versi su un taccuino e non si aspetta la redenzione. Dramma del caos urbano in forma di poliziesco, La vita facile (Lush Life) è il perfetto romanzo della New York di oggi: aspiranti-qualcosa e dottorati da una parte, clandestini ed emarginati dall'altra, quando entrano in contatto è solo per il commercio di droga e intanto le auto-civetta delle felpe girano nella notte, la litania della trasmissione di dati personali si alza, la specie che si dice evoluta s'imbestia nell'abbandono e nelal commiserazione. Ci voleva un Balzac newyorkese per darci la figura di un novello Rubempré fallito, col tono empatico e impietoso di chi ha temuto di fare la stessa fine e il vigore per rappresentare il agrbuglio di aspirazioni velleitarie e caos emotivo, disperazioni trattenute e sgomento che è l'atmosfera che si repsira in città." (da Tiziano Gianotti, Una sorpresa nel buio, "DlaRepubblicadelleDonne", "La Repubblica", 09/08/'08)
"Richard Price Cracks a Hard-Boiled 'Lush Life'" (da npr.org)
"Richard Price: true grit" (da telegraph.co.uk)
"Featured Author: Richard Price" (from the Archives of The New York Times)

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