lunedì 25 agosto 2008

Il bibliotecario di Larry Beinhart


"Di foschi complotti presidenziali per la conquista della Casa Bianca è piena la letteratura di genere. Ma la parabola fantapolitica di Larry Beinhart possiede una leggerezza, un’eleganza e un afflato ironico che vanno al di là dei canoni consueti e melodrammatici del thriller. E si fa leggiadre beffe dei meccanismi inquietanti della destra repubblicana - Dio, patria e denaro - che sente il potere come missione bianca per il governo del mondo civile contro gli attentati atei dei liberal debosciati e pauperisti. Il Bibliotecario (Giunti, traduzione di Giorgio Bizzi) è infatti un inno alla mitezza e alla lievità della cultura che sa trovare in sé coraggio e risorse intellettuali capaci di contrastare persino piani che non si arrestano nemmeno davanti all’omicidio più efferato pur di arrivare ai bottoni della Stanza Ovale. A disputarsela sono il super conservatore Presidente uscente Scott e la democratica Anne Lynn Murphy, passato di infermiera in Vietnam e volto televisivo di media fama, sopravvissuta per caso a un attentato aereo che ha eliminato i due candidati che la precedevano nella nomination del partito. A cercare di renderla inoffensiva sono i fondi senza fondo del grande elettore repubblicano Alan Carston Stowe, uomo tanto ricco quanto rozzo. Ha però una debolezza: il desiderio poetico di passare alla storia con la costruzione di una biblioteca che, in mancanza di eredi, possa lasciare memoria di sé. Per questo sceglie David Goldberg, ma mal gliene incoglie. Perché i suoi accoliti temono che tra le carte da mettere in ordine, il bibliotecario possa trovare gli estremi dal sanguinoso complotto che sta per essere messo in atto. E così parte la caccia: morte, fuga, amore e sorrisi gli faranno così da nuovi fedeli compagni." (da Piero Soria, Il bibliotecario non è sempre un uomo mite, "TuttoLibri", "La Stampa", 23/08/'08)

Nessun commento: