Biblioteca civica "MINO MILANI" bibliogarlasco@yahoo.it tel. 0382/801009 "Le paradis, à n'en pas douter, n'est qu'une immense bibliothèque" (Gaston Bachelard) SELEZIONE DI ARTICOLI SULL'UNIVERSO-LIBRO
lunedì 30 giugno 2008
La lettura di Yehoshua alla Milanesiana: "La scintilla degli ebrei, il fuoco ispirato da Dio"
"Il fuoco è l'unico elemento che non ci è stato dato dalla natura ma che l'uomo ha conquistato da sé e preserva. Non è quindi oggetto di contrasti come la terra, o l'aria, ma è un elemento asservito all'uomo. Non a caso è al centro di così tanti miti, in culture differenti e distanti tra loro, che narrano dello scontro tra l'uomo e forze vigorose e malvage per impossessarsene. A partire da Prometeo, duramente punito per aver sottratto il fuoco agli dei e averlo donato agli umani, fino ad arrivare al polinesiano Maui che discese negli inferi per imparare ad accendere il fuoco sfregando due legni. Nella tradizione ebraica non vi è menzione di lotte contro forze malvage per appropriarsi del fuoco. E' l'uomo con la sua intelligenza a produrlo. Nei sei giorni della creazione Dio creò la luce, non il fuoco. Fu l'uomo, plasmato nel sesto giorno e ispirato da Dio, che la sera del sabato sfregò due pietre, sprigionò una scintilla e poi una fiamma. Ancora oggi gli ebrei osservanti evitano di avere contatti con il fuoco o di accenderlo di sabato. Attendono che in cielo siano apparse almeno tre stelle per avere la certezza che il sabato sia finito e poter riattivare il fuoco recitando una benedizione. Persino io, ateo convinto nonostante sia cresciuto in una famiglia in cui si rispettavano le tradizioni ebraiche, ancora oggi, a causa del timore religioso inculcatomi dai miei genitori, faccio fatica a fumare di sabato l'unico sigaro che mi concedo una volta al giorno. Nelle ore crepuscolari mi ritrovo a scrutare impaziente il cielo per vedere quando appariranno le tre stelle per potermi godere il mio piccolo sigaro.[...] Concedetemi di concludere con una nota personale. Nelle mie opere di tanto in tanto, il fuoco fa la sua comparsa. L'ultimo mio romanzo è intitolato appunto Fuoco amico e il fuoco vi appare con molteplici contrastanti significati. Ma è in un racconto scritto agli inizi della mia carriera che ho dato alle fiamme un ruolo da vero protagonista. Il racconto si intitola Di fronte ai boschi è stato scritto nei primi anni Sessanta, più di quarantacinque anni fa e tocca il tema profondo della negazione e della rimozione da un punto di vista sociale e politico. E' la storia di un eterno studente, ormai non più giovane, che non riesce a portare a termine la sua tesi di laurea perché preferisce passare il tempo festeggiando con gli amici o intrattenendo relazioni amorose. I suoi compagni più devoti 'organizzano' per lui un periodo di isolamento: gli trovano un lavoro come guardaboschi e gli permettono di stare solo con i suoi libri e i suoi appunti e di terminare i suoi doveri accademici. La mansione che gli è affidata è facile, consiste nello stare su un'alta torre di vedetta che domina foreste piantate di recente e dare l'allarme in caso di incendio. In quel lugoo l'eterno studente trova un vecchio arabo dalla lingua mozzata, incaricato di piantare piccoli alberi. Poco alla volta il giovane si rende conto di non riuscire a concentrarsi negli studi. Scopre anche che l'arabo era residente in un villaggio distrutto durante la guerra di indipendenza del nuovo Stato ebraico e sulle cui macerie è stata piantata la foresta. Quando domanda al suo superiore come si chiamava il villaggio e come è stato distrutto, costui nega che sia mai esistito. A provocare lo sdegno dello studente non è il fatto che il villaggio sia stato raso al suolo, e nemmeno che una nuova foresta ne copra i resti, ma il diniego del suo superiore, il suo rifiuto ad ammettere il passato. Per esprimere il proprio biasimo per quell'atteggiamneto e condannarne l'immoralità, lo studente, spinto anche dalla frustrazione di non essere in grado di portare a termine la tesi di laurea, incoraggia il vecchio arabo a bruciare la foresta e a riportare alla luce i resti del suo villaggio. [...]" (da Abraham Yehoshua, La scintilla degli ebrei, il fuoco ispirato da Dio, "La Repubblica", 30/06/'08; dall'intervento di Yehoshua alla Milanesiana)
La Milanesiana su Wuz
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2 commenti:
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