sabato 7 giugno 2008

LibraryThing


"C'è chi li suddivide per autore, chi per argomento, chi per dimensioni, chi in ordine alfabetico. C'è chi separa i rilegati dai tascabili, e chi li raccoglie in base al colore del dorso. C'è anche chi li tiene alla rinfusa, accatastati apparentemente come capita: per poi sostenere, magari, che c'è un ordine in quella confusione. Per tutti, o almeno per molti, il modo di allinearli sugli scaffali riflette una forma mentale, un disegno logico, oltre che un sistema per ritrovare il più rapidamente possibile quello che cerchi. L'amore per i libri, in genere, coincide anche con l'amore o meglio il culto della propria libreria, che rappresenta ben più di un pezzo di arredamento, diventando spesso l'elemento essenziale di un acasa o di una stanza, la parete su cui fissiamo lo sguardo quando siamo in cerca di risposte, per sentirci rassicurati, calmati protetti, da tutti i libri che abbiamo accumulato nel corso della vita. Ebbene, per chi desidera orientarsi meglio nella biblioteca di Babele dell'esistenza umana, un sito internet spiega come fare. Si chiama LibraryThing, è nato per suggerire a chi ha molti libri in casa i vari metodi per catalogarli e ha ottenuto in poco tempo un successo strepitoso. E' una specie di club, che aiuta non solo a catalogare, ma consente di mettere on-line la lista di tutti i libri che si hanno, di confrontarla con le liste altrui, di trovare così somiglianze e amicizie, di scambiare suggerimenti e recensioni, di dare un voto ai libri preferiti e di ricevere informazioni su festival letterari, readings di poesia, convegni. Oggi LibraryThing ha 415 mila iscritti da mezzo mondo, che vi hanno riversato dentro un totale di 27 milioni di volumi. Il sito ha forum, chatlines, blog, insomma tutto quello che serve ai book-lovers, che ne parlano con l'entusiasmo di chi ha finalmente trovato la setta a cui aveva sempre desiderato appartenere. Le discussioni vanno dal numero minimo di titoli di una buona biblioteca (Samuel Pepys nel 1600 sosteneva che il gentiluomo inglese deve averne almeno 3 mila), alle opere essenziali (la Bibbia, un dizionario, un atlante e Shakespeare, secondo Charles Eliot, presidente dell'Università di Harvard nel 1909), ai libri da portare con sé in vacanza: dando per scontato che non tutti possono fare come l'esploratore Henry Stanley che se ne portò dietro 80 kg. quando partì per l'Africa nel 1870, o come Napoleone che viaggiava con 40 volumi di religione, 60 di poesia, 100 romanzi e 60 di storia. 'Se un giorno esisteranno solo i libri elettronici, sentirò soprattutto la mancanza dei libri come oggetto materiale', scrive lo scrittore Luc Sante sul "Wall Street Journal" che ha dedicato un paginone al fenomeno. 'Con le loro forme, con le loro copertine spiegazzate e le pagine consunte, i libri assistono la mia memoria. Magari non riesco a ricordare la frase che cerco o perfino il titolo dell'opera, ma ricordo perfettamente che il libro è verde, che i margini sono insolitamente larghi, che quella frase è quasi in fondo a una pagina di destra, così posso ritrovarla'. A patto di ricordare, naturalmente, dove si trova il libro, tra le centinaia o migliaia della propria biblioteca. Altrimenti uno continuerebbe a scartabellare per un pezzo, nella biblioteca di Babele del proprio studio o salotto." (da Enrico Franceschini, Metti i tuoi romanzi sul web, ecco la libreria dei sogni, "La Repubblica", 07/06/'08)

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