lunedì 30 giugno 2008

Firenze a portata di mouse


"E' giunto a compimento un programma di digitalizzazione del più antico fondo diplomatico dell'Archivio di Stato di Firenze: 85mila pergamene dal sec. VIII al sec. XIV, che testimoniano la vita delo Stato, delle magistrature, dei comuni, delle congregazioni religiose, delle grandi famiglie e che costituiscono, nel loro complesso, il più ricco tessuto documentario della vita economica e civile, lungo tutto il Medioevo, della Toscana e delle sue relazioni europee. Come è noto, alle origini dell'Archivio di Stato di Firenze è il motuproprio del principe Leopoldo il quale il 24 dicembre 1778 disponeva che, per evitare 'il pericolo in cui sono di disperdersi gli antichi documenti manoscritti in cartapecora, dei quali molti se ne trovano negli archivi di alcuni magistrati dove casualmente sono stati trasportati, molti altri si trovano nei monasteri, conventi, ed altri luoghi pii [...] e altri restano presso le particolari famiglie esposti al mal uso che può farne una serie di possessori, tra i quali ve ne saran sempre di quelli che non ne conoscono il valore'; 'ed avendo in veduta li importanti lumi, che tali documenti possono apportare non solo all'erudizione, ed all'istoria, quanto ancora ai pubblici e privati dritti, ha determinato di stabilire in Firenze un pubblico Archivio diplomatico'. Con lo stesso motuproprio il principe Leopoldo ordinava che 'in questo archivio nel termine di quattro mesi [...] siano depositati tutti gli antichi diplomi e documenti sciolti in cartapecora che si trovano negli archivi di tutti i magistrati, e tribunali della città di Firenze e di tutto lo Stato firoentino'. Nasceva così, forse per la prima volta nell'età dell'Illuminismo, un'istituzione archivistica di tipo nuovo, aperta al pubblico: non solo dunque destinata alla conservazione, ma concepita come luogo di studio dei documenti stessi che furono fin dall'inizio inventariati e regestati. E se già a meno di un anno dall'apertura dell'Archivio, nel 1780, il patrimonio documentario raggiunse 48mila unità, esso venne via via accrescendosi con l'Archivio delle riformagioni (relative alla Repubblica di Firenze) e con quello Mediceo della segreteria di Stato, accogliendo altresì i depositi dei conventi soppressi e dei privati: oggi l'Archivio di Stato, nel suo fondo diplomatico, possiede più di 144mila documenti, fino al XIX secolo. [...] Si tratta di un patrimonio enorme che si aggiunge al già digitalizzato Archivio mediceo avanti il principato: la digitalizzazione permette non solo un minore ricorso alla diretta consultazione degli originali spesso deteriorati dal tempo, ma facilita una loro consultazione diretta dai più lontani luoghi di studio giungendo sul tavolo degli studiosi con tutte le caratteristiche originali di formato e colore. Questo nuovo ordinamento digitale, permesso da una felice legge del 1992 per la digitalizzazione dei fondi conservati presso gli Archivi di Stato, viene a costituire anche un tassello di quello che potrà essere un museo virtuale che ricongiunga testi e opere variamente collocati in sedi diverse: un vero 'teatro della memoria' per la nostra storia. C'è da augurarsi che, malgrado le difficoltà di bilancio, il programma di digitalizzazione del Diplomatico (che si avvale anche della collaborazione scientifica della Scuola Normale Superiore di Pisa) possa proseguire fino ai docuemnti del XIX secolo, perché non sia interrotto un cammino coraggiosamente intrapreso." (da Tullio Gregory, Firenze a portata di mouse, "Il Sole 24 Ore Domneica", 29/06/'08)

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