sabato 24 maggio 2008

La solitudine della forza - The Solitude of Strength di Leonard Cohen


"Ho letto con interesse i testi de La solitudine della forza di Leonard Cohen. I temi più ricorrenti sono quelli legati alla cultura e tradizione ebraica dell'autore, ben noto anche in Italia, oltre che per la celebre produzione musicale, per due romanzi e numerose opere poetiche. Si coglie in questa sua opera un afflato verso una entità pura e mitigatrice dei mali della realtà ma anche un'ossessione della Storia sentita come inevitabile oscura immanenza. Se, come già osservato, si impongono precisi riferimenti a temi ancora attuali inerenti al mondo culturale e al destino ebraici (Hitler e Preghiera per il Messia), dalla Storia sentita come un oscuro motore della realtà si passa alla storia come codificazione culturale delle vicende umane, per la quale Cohen dimostra di nutrire altrettanta sfiducia, come ben si deduce da alcuni versi della poesia Udendo un nome a lungo non pronunciato: "La storia è un ago / per far addormentare gli uomini / consacrato con il veleno / di quel che vogliono conservare". In una tensione unica convergono una forma di impegno civile e un'apertura visionaria e ciò dà luogo a una frequente derivazione di immagini dalla contemplazione della natura, che si pongono ora in parallelismo ora in scontro con il 'furor' della storia. In alcune composizioni si coglie, quasi come un alleggerimento rispetto a una rappresentazione del mondo cupa e cogente, il senso dell'amore coma forza risolutiva, anche se tale sentimento tende ad aprirsi in una tensione cosmica, di natura anche religiosa. Non mancano connessioni con la vita professionale di Cohen, di notorietà mondiale, esplicite nel titolo Un cantante deve morire e nella riproposizione dei testi di alcune delle sue celebri canzoni. Resta comunque sempre aperto e incombente il problema del rapporto tra poesia e musica, i cui confini sono qualche cosa di estremamnete mobile e impreciso, per quanto non manchino esiti talora veramnete notevoli, come dimostra questa raccolta." (da Andrea Zanzotto, Sui confini tra musica e poesia, "La Repubblica", 24/05/'08)

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