lunedì 26 maggio 2008

How I write. The secrets Lives of Authors


"Troppa grazia sant'Antonio: troppe idee per un libro solo! Stiamo parlando di un bellissimo volume che al soggetto forse non proprio originale - domandare agli autori i loro segreti di scrittura - ha aggiunto una tale quantità di trovate grafiche che ne fanno, prima di tutto, un oggetto editoriale (e materiale) di qualità decisamente superiore. Lo ha pubblicato la divisione americana di Rizzoli e si intitola How I write. Non è una mera raccolta di 'trucchi d'autore' - come in Italia ha selezionato Mariano Sabatini per Nutrimenti (se non ha la parola 'trucchi' è sviante: si tratta di mestiere semmai, non di 'trucchi', che nascondono sempre qualcosa di non chiaro) - a di una collezione di oggetti reali che aiutano gli autori interpellati (quasi tutti americani) nella loro ispirazione. Alcuni hanno interprettao la richiesta in maniera estensiva o figurata; molti si soffermano su soggetti fisici (tutti fotografati), ben presenti nella loro scrivania o studio e che davvero, stando alle loro parole, li influenzano nella scrittura. C'è chi (Vendela Vida) tiene sempre accanto a sé una copia di Addio alle armi ('mi ha insegnato a essere una bugiarda e una scrittrice'), Jonathan Franzen ha una sedia da ufficio sgarrupata, J. T. Leroy sceglie una crema di Kiehl's, Antonia Byatt spiega che ha un intero gabinetto di curiosità, Hanif Kureishi si circonda di penne colorate, Joyce Carol Oates tiene davanti un suo ritratto espressionista che la inquieta eccetera. E poi, ancora, ci sono pietre trovate per caso, chiavi smarrite da sconosciuti, statuette orientali, elenchi di nomi, lavagne di sughero, pareti stracolme di post-it, quadri, dischi, frutti di cipresso, bustine di the, foto di parenti defunti e molto altro. Il punto è che queste memorabilia d'autore sono l'appiglio fisico di un'attività prettamente mentale: nessuno crede veramnete che abbiano un ruolo diretto nella genesi dell'opera di un autore, eppure svolgono una funzione non secondaria nella vita (e forse anche nell'opera, chi lo sa ...) degli intervistati. Per lo stesso motivo, i cacciatori di ricordi si accaniscono nel voler acquistare oggetti, libri, penne, appunti, appartenuti al proprio scrittore preferito. E le aste di memorabilia, dal rock alla letteratura, vanno benissimo. Prova ne sia che persino un noto scrittore (e non solo) italiano abbia appena acquistato i celebri occhiali che indossava uno dei suoi autori di culto: Fernando Pessoa. Non vuole che sia rivelata la sua identità: ma prossimamente pare che li indosserà egli stesso. Chi ha interesse, dunque, a scoprire chi sia, aguzzi la vista. Oppure aspetti un'ipotetica edizione italiana del libro. Magari los crittore sarà della lista. E dirà che per scrivere ha bisogno di un paio di occhiali. 'm anon un paio qualunque. Precisamente quelli di Pessoa, che comprai ...'." (da Stefano Salis, Memorabilia da scrivania, "Il Sole 24 Ore Domenica", 25/05/'08)

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