"Andare a vivere in un romanzo inedito non era privo di vantaggi"
Il pozzo delle trame perdute di Jasper Fforde (Marcos y Marcos, 2007): i romanzi nel pozzo sono crime stories modernissime, ma si svolgono in un mondo parallelo, il 'Ffordeword' dove si aggirano animali estinti come il Dodo, si naviga sull'idrovolante di Capitan Nemo e la detective porta il nome improbabile di Giovedì Prossimo. Tutto era cominciato con il rapimento di Jane Eyre dalla propria storia. Il resto è venuto quasi per generazione spontanea:
'I miei romanzi evolvono, più che crescere', dice Jasper Fforde, inglese, 46 anni, che ora si tuffa con Thursday next nel Pozzo delle trame perdute, dove i personaggi si spostano da un libro all'altro fino a trovar rifugio, per sfuggire al colosso dei media che domina il mondo, in Cime di Cavisham, un giallo così noioso da essere il nascondiglio perfetto. Nel Pozzo delle trame perdute compare il luogo dove vengono create le storie. È una critica alla fabbrica dei bestseller? FForde: 'Mi piaceva l'idea della Giurisfiction, un'agenzia di polizia all'interno dei libri dove un gruppo di Operativi della ricerca delle risorse della prosa cerca di mantenere il libro come nelle intenzioni dell'autore. I personaggi sono perfettamente consapevoli di come va il loro libro, e hanno un senso di orgoglio per la buona performance che si riflette nella loro popolarità. Allo stesso modo, se un libro va male i personaggi si fanno prendere dalla depressione. Ogni volta che apriamo un romanzo i personaggi cominciano a essere se stessi, appena ci addormentiamo o chiudiamo il libro è come se li fermassimo. Se non mi è piaciuto il libro che un amico mi ha raccomandato i personaggi hanno un giorno libero, vengono sostituiti da sostituti'. Ma che cosa rende originale oggi una storia? Fforde: 'Il punto è proprio questo. Non ci sono più storie davvero originali. Prendiamo un trilione di spunti di trama, parole, drammi e poi li impacchettiamo in qualcosa di nuovo. Gli autori sono diventati alchimisti'. Lei ha avuto 76 rifiuti per il primo libro, poi il successo. C'è qualche consiglio che darebbe a un giovane scrittore? Fforde: 'Fare piani molto lunghi. Ci vogliono dagli otto ai dieci anni per essere pubblicati e dai quattro ai sette libri per essere accettati come autori. Se non sei il tipo di persona che può sopportare che il tuo quarto libro sia rifiutato, non sederti a scrivere il quinto'. Crede al talento dello scrittore? Fforde: 'La sola qualifica di cui c'è bisogno per scrivere è quella di essere umano, il che viene facile alla maggioranza di noi. Aiuta molto anche osservare gli altri, fare lavori strani e incontrare persone molto diverse da noi'. Chi si diverte a leggere? 'Wodehouse. Nessuno scrittore contemporaneo sa sprizzare altrettanta intelligenza dalle sue pagine'." (da Antonella Fiori, Jasper Fforde, Il pozzo delle trame perdute, DLaRepubblicaDelleDonne)
Recensione da WUZ
Persi in un buon libro (Marcos y Marcos)
1 commento:
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