lunedì 24 dicembre 2007

Il paradiso in terra. Mappe del giardino dell'Eden di Alessandro Scafi

"Avere tra le mani nel tempo natalizio un libro che racconta e illustra 'la storia del cielo sulla terra' è qualcosa di più della classica strenna: è una doppia opportunità. [...] Idea originale e affascinante, quella di Alessandro Scafi che nel suo Il paradiso in terra. Mappe del giardino dell'Eden (Mapping Paradise: A History of Heaven on Earth) (Mondadori, 2007) ripercorre con pazienza filologica e ricchissima documentazione il viaggio che fin dagli albori del cristianesimo - e si tratta pur sempre di una deliberata limitazione del campo di ricerca, che sarebbe ben più vasto se si considerassero anche le altre tradizioni religiose - ha cercato di condurre l'uomo a quel luogo primordiale verso cui si vorrebbe sempre tornare. Situato ai confini della terra, al confluire dei fiumi, ai bordi del mare, il paradiso - 'giardino' dell'armonia tra Dio, l'uomo e il creato - sembra sempre sfuggire, soprattutto alla mente e al cuore dell'uomo di oggi che può conoscere e localizzare ogni luogo del pianeta ma che fatica a ritrovare se stesso.

Davvero per noi 'l'unico vero paradiso, per usare le parole di Proust, è sempre quello che abbiamo perduto', come nota l'autore nel tirare le fila del suo lavoro. Mi pare che qui ritroviamo l'altra u-topia, l'altro 'luogo non-luogo' della fede cristiana, il 'mistero' dell'incarnazione: Dio si è fatto uomo, uno della nostra stessa pasta - per usare espressioni care ai padri della chiesa - il Celeste si è fatto terrestre, l'Eterno si è fatto mortale, l'Invisibile si è fatto visibile, l'Immenso si è fatto piccolo e un bambino concepito e generato da una vergine di Nazaret è il Dio-con-noi. Come se quella nostalgia tutta umana di un luogo di comunione e di pace cosmica fosse la stessa nutrita da Dio nei confronti della sua creatura. E forse sta proprio in questo semplice inizio di una vita di uomo sulla terra il segreto dell'universalità del Natale, forse sta qui quella sensazione di tregua pacifica nel nostro tessuto quotidiano che vorremmo veder prolungata nel tempo e nello spazio: sì, a Natale il paradiso terrestre ci sembra quasi a portata di mano. [...] Allora il Natale non sarà solo una festa di pochi che chiudono gli occhi sul dolore di molti, ma la 'celebrazione' di un'attesa ben più vasta di ogni recinto privilegiato: sarà il barlume di una speranza che lenisce le sofferenze e le angosce di tanti uomini e donne, sarà il pegno di una vita più umana, una vita impregnata di relazioni autentiche e di rispetto dell'altro, una vita ricca di senso, capace di esprimere in gesti e parole la bellezza e la luce, echi di quella luce che brillò nel buio di Betlemme e che deve brillare anche oggi in ogni luogo avvolto dalle tenebre del dolore e del non-senso. Perché, osserva acutamente Scafi, 'il paradiso perduto porta sempre con sé la promessa di un paradiso ritrovato, accessibile in qualunque momento. Basta prendere una scala e salirne i gradini. Qui e ora'. Possiamo infatti inseguire l'utopia del paradiso terrestre attraversando mari e fiumi, scalando monti e varcando confini reali e immaginari ma, come ricordava Martin Buber, 'c'è una cosa che si può trovare in unico luogo al mondo, è un grande tesoro, lo si può chiamare il compimento dell'esistenza. E il luogo in cui si trova questo tesoro è il luogo in cui ci si trova'. Qui e ora, appunto." (da E. Bianchi, Il Paradiso è dentro di noi, "TuttoLibri", "La Stampa", 22/12/'07)
"Mapping the Unmappable" (da h-net.org)

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