"Tutto è pronto per il Natale 2007 e più ancora per i saldi che verranno. I regali sono importanti, ma il vero momento d'oro dell'outlet arriva quando le feste finiscono"
Outlet Italia. Viaggio nel paese in svendita (Mondadori, 2007): "I centri commerciali mascherati da finti borghi medievali, la potenza delle merci che vivono di vita propria, l'assordante incomunicabilità delle discoteche, il sollievo forzato delle spa, l'automatismo sociale, regressivo e tele-scadenzato dei villaggi-vacanza. [...] Ma cosa è accaduto in Italia? Per cercare di capirlo tocca forse ricorrere ai visionari, agli inascoltati profeti di sciagure. 'So che sto dicendo delle cose gravissime': così Pier Paolo Pasolini in uno degli ultimissimi suoi scritti, l'intervento che si era preparato per il congresso del Partito Radicale, novembre del 1975, ma che non potè mai pronunciare perché nel frattempo era morto. Le 'cose gravissime' che allora andava denunciando, dalla lettera aperta a Italo Calvino al celebre articolo sulla scomparsa delle lucciole, avevano a che fare con i modelli e i valori che la cultura della civiltà dei consumi aveva cominciato a 'depositare nei cervelli degli italiani' in forma di 'falsa liberalizzazione del benessere', 'ideologia edonistica scatenata', 'il nuovo e più repressivo totalitarismo che si sia mai visto'. Anche perché generalmente spettacolare, a tratti anche ridanciano, conveniente, luccicante, proprio com'è il mondo che con viva e ragionevole curiosità più di trent'anni dopo descrive Aldo Cazzullo nel suo Outlet Italia: gli osservatori di vip di Portorotondo, i raduni degli ultrà, i concorsi di bellezza, i call-center, i fai-da-te della fede, i giornali gratis, gli spot che alzano il volume della tv, i tecno-prestiti a strozzo, la cartomanzia digitale, i Rolex e i rolex, gli obesi e le diete, la coca, il lifting, il gossip, il sushi, i suv, i massaggi, le mamme-nonne, i bimbi impiccati di Cattelan, la rissa Pappalardo-Zequila, la birra per cani. Ebbene (e male, in realtà): tutto questo, con il retrogusto di compulsione e di tristezza che comporta il logorarsi dei rapporti umani in nome del consumo, apparve chiaro quando non lo era per niente: 'L'ansia del consumo è un'ansia di obbedienza a un ordine non pronunciato'. A chi si appassioni ai segni, ai loro riallineamenti coatti, alle loro sfolgoranti concatenazioni, varrà giusto la pena di seganalare che Pasolini espose al massimo del vigore apocalittico la sua teoria del 'genocidio culturale' degli italiani nel corso di un dibattito al festival dell'Unità di Milano avendo come interlocutore al suo fianco, attorno allo stesso tavolo, l'uomo che poi è divenuto Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nascita del suddito-consumatore, scissione tra progresso e sviluppo, 'atroce afasia', 'brutale assenza' delle capacità critiche, 'faziosa passività': 'Gli sfruttatori della Seconda Rivoluzione Industriale (chiamata altrimenti Consumismo: cioè grande quantità, beni superflui, funzione edonistica) producono nuove merci: sicché producono nuova umanità e nuovi rapporti sociali'. Forse immodificabili. E questo esito definitivo suonava un po' come la fine nera e vera dell'Italia, mica solo di quella agro-pastorale invano e poeticamente vagheggiata da Pasolini. Frutto di viaggi e osservazioni sul campo, il libro di Cazzullo ne descrive purtroppo la pratica attualizzazione, l'inveramento, quindi la grande sventura antropologica e nazionale. Salta agli occhi l'impotenza colorata, artefatta e miserevole della politica. [...] E davvero c'è da immalinconirsi, perché una volta presi da questa logica interpretativa Outlet Italia continua tutti i giorni sulle cronache e in tv, e attraversati gli specchi dei media seguita pure nella vita. L'eterno presente, la diffusione del segreto, la falsità indiscutibile, l'inconsapevole ottundimento e la volontaria sottomissione, anche di quelli che credono di essere liberi, poiché si può conservare il nome quando la cosa è stata cambiata segretamente". (da F. Ceccarelli, Gran circo Italia. Tutti pazzi per i vip, "La Repubblica", 14/12/'07)
Il blog di Aldo Cazzullo
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