sabato 29 novembre 2008

Senza parole di Zhang Jie


"In letteratura, nel cinema, nella musica ci sono opere che, una volta terminate, si vuole rileggere, rivedere, riascoltare. E’ il caso del romanzo-saga Senza parole di Zhang Jie, nata a Pechino nel 1937 (Salani). L’autrice è nota per i racconti di forte impatto della raccolta Mandarini cinesi (Feltrinelli, 1989) e di altri sparsi, sul ruolo centrale della donna nella Cina di fine millennio. In questo primo volume della trilogia (che si spera continui nell’ottima traduzione di Maria Gottardo e di Monica Morzenti), dedicata alla Cina del XX secolo, Zhang Jie segue una linea marcatamente matriarcale: la nonna Mohe, morta dissanguata di parto a 34 anni alla settima gravidanza; la mamma Ye Lianzi, Xiuchu da bambina, l’unica sopravvissuta che assomma in sé l’energia vitale dei fratelli morti; Wu Wei, la protagonista, scrittrice di fama mondiale, da giovane esuberante e appassionata ma incapace di gestire i rapporti con gli uomini, eterna ingenua destinata a una precoce follia senile; Chanyue, la pronipote, figlia illegittima nata quando Wu Wei aveva 26 anni. Gli uomini? Interessati ad altro (gioco, lavoro, caccia, politica, carriera, eventi della Storia). Spicca tra loro Hu Bingchen, nato 'padroncino' ma alto funzionario del partito, amante e marito di Wu Wei per oltre vent’anni, nominato viceministro e 'costretto' al divorzio, gentiluomo fasullo e freddo calcolatore. Amori totali, povertà e sofferenza estreme, mai disperazione, guerre, rivoluzioni, terremoti politici che travolgono le esistenze degli individui. Il narrato procede per scarti continui, digressioni funzionali alla storia, anticipi, salti nel passato e ritorni. Niente sentimentalismo, ma pagine di suprema poesia (le voci dell’altopiano) e di alta drammaticità (la 'muta' impotenza della piccola Xiuchu al venir meno della vita nella madre, il dialogo 'senza parole' nello splendido finale). Per lettrici e lettori attenti e con qualche nozione sulla Storia cinese." (da Angelo Z. Gatti, Matriarcato alla cinese, "TuttoLibri", "La Stampa", 29/11/'08)

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