lunedì 17 novembre 2008

La difesa della razza. Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista di Francesco Cassata


"Fu una settimana terribile, quella che trascorse fra il 10 e il 17 novembre di settant'anni fa. Per gli ebrei, ma forse ancora prima per l'Europa tutta e quell'idea di civiltà che il Vecchio Continente s'era fatto, lungo un cammino di millenni. Fra il 9 e il 10 novembre del 1938 la Notte dei Cristalli in Germania fece quasi cento vittime, rase al suolo centinaia di sinagoghe e distrusse migliaia di negozi. Qualche giorno dopo, proprio il 17 di novembre, in Italia entrano in vigore nella loro interezza le leggi razziali. Ma quella buia settimana non fu solo una casuale coincidenza sfavorevole, un incrocio di episodi nefasti. Quei due eventi erano carichi di conseguenze ma anche di radici. Fanno parte della storia ebraica, ovviamente, perché i figli d'Israele ne sono chiamati in causa come vittime designate. Ma fanno soprattutto parte della storia d'Europa. Di tutti. A settant'anni di distanza, quella vicenda così violenta sembra remota. Le commemorazioni, del resto, paiono fatte apposta per allungare il passo dallo scenario evocato, rendono tutto un po' astratto. Eppure, nel panorama geografico e culturale dell'Europa, quel passato è ancora presente. Brucia, eccome. Forse proprio i libri sono il modo migliore per calibrare distanze, ragionarci su. Partendo da lontano, come fa Francesco Cassata, un giovane storico torinese, in La difesa della razza. Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista (Einaudi). Si tratta di un ampio saggio dedicato alla rivista 'promotrice' di quella pulizia etnica che fu la ragion d'essere delle leggi razziali, e che uscì dall'agosto del 1938 fino al giugno del 1943. Lo studio ripercorre la vita di questo periodico e i suoi rapporti con il potere, presenta le firme che 'contribuirono' alla battaglia dichiarata nel titolo. E' un lavoro di grande interesse. Mentre Cassata propone un'interpretazione del fenomeno storico attraverso l'analisi di un caso specifico, Simon Levis Sullam in L'archivio antiebraico. Il linguaggio dell'antisemitismo moderno (Laterza) tenta un'analisi generale, non tanto dei fatti, quanto di ordine 'filologico' e lessicale. Anche in questo caso, gli spunti di riflessione sono notevoli. Da una sponda all'altra di questa storia, in Testimoni del non-provato. Ricordare, pensare e immaginare la Shoah nella terza generazione (Carocci) Raffaella di Castro (formazione filosofica) prova a declinare l'appartenenza 'riflessa' dei figli dei sopravvissuti. E' un testo interessante anche questo, denso di materiali e pensieri. Solo un po' cauto nell'esporre se stessi, il proprio vissuto con il suo non detto, travolto da troppa bibliografia." (da Elena Loewenthal, Settant'anni fa le leggi razziali, "TuttoLibri", "La Stampa", 15/11/'08)

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