lunedì 24 novembre 2008

Evasori. Chi. Come. Quanto. L'inchiesta sull'evasione fiscale di Roberto Ippolito


"Un'evasione fiscale da record mondiale, che le stime più attendibili quantificano in almeno 100 miliardi l'anno. È la vera questione irrisolta, parte costitutiva e persistente dell'anomalia italiana, il vero macigno che pesa sul futuro delle nuove generazioni. Fenomeno tristemente noto, ampiamente documentato e scandagliato, e che ora ci viene riproposto grazie alla minuziosa inchiesta condotta da Roberto Ippolito, responsabile delle relazioni esterne della Luiss, nel libro Evasori, chi, come, quanto, pubblicato da Bompiani. Ne hanno discusso ieri sera al Tempio di Adriano in Piazza di Pietra, in occasione della presentazione del volume, Enrico Letta, ministro ombra del Pd, e il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. 'Insieme al debito pubblico – ha osservato Letta – l'evasione è la vera zavorra che pesa sul nostro Paese, che ci impedisce di correre'. Del resto, la lotta all'evasione non può essere affrontata 'in modo diverso a seconda di chi è chiamato a governare. Avviene da noi, ma siamo gli unici al mondo. Una delle strade da percorrere è quella di provocare i conflitti di interesse in settori nodali, e ad alto tasso di evasione, come quello delle compravendite di immobili'.
L'aspetto più preoccupante della questione fiscale – ha aggiunto Angeletti – è il 'substrato culturale. L'aggettivo furbo è spesso vissuto dai cittadini italiani con ammirazione'. Il fenomeno dell'evasione va dunque visto all'interno del rapporto tra i cittadini e la cosa pubblica, e 'le classi dirigenti hanno una responsabilità molto seria ed estesa'. L'italica virtù si esercita con buona dose di inventiva nell'individuare, scovare, praticare forme di evasione ed elusione, scappatoie di ogni tipo 'incoraggiate' dalla pressochè totale assenza di un sano controllo sociale. Ne emerge un campionario surreale di giochi di prestigio e trucchi diffusi un po' ovunque, regione per regione. Del resto se la probabilità di subire un controllo fiscale è percepita come remota, non può che alimentarsi quella sorta di 'moltiplicatore sociale' dell'evasione, basato sull'emulazione di cui parlano Giulio Zanella e Roberto Galbiati ('se lo fa il tuo vicino ti senti quasi in dovere di farlo anche tu'). E così, scorrendo le pagine del libro, si apprende che nella provincia di Perugia vi sono 30.480 automobili di grossa cilindrata. Poco male, si potrebbe obiettare, vuol dire che in questa parte d'Italia si vive più che bene. Peccato che solo 2.271 contribuenti dichiarano al fisco un reddito superiore ai 100 mila euro. E gli altri? 'Dichiarano' – abbiamo infatti premesso – il resto va ad alimentare quell'immensa zona grigia, in cui accanto a piccole e grandi fughe dagli obblighi fiscali emergono redditi completamente occultati al fisco, realtà economiche che proliferano all'ombra del sommerso. Vizio atavico, l'equivalente sul piano fiscale della percezione che l'italiano medio ha dello Stato, altro da sé, entità sprecona e inefficiente, che restituisce servizi di modesta qualità, e che dunque va contrastata con scappatoie e sotterfugi di ogni tipo. Del resto – ricorda Ippolito – ci sarebbero duemila anni di storia da cancellare: dalla caduta dell'impero romano alla fondazione dell'Italia moderna nel 1860, l'Italia è stata occupata da arabi, austriaci, francesi e spagnoli. Eludere le tasse è stata una sorta di 'resistenza sociale'. Già, ma oggi? È da tempo, per fortuna, che non siamo occupati da potenze straniere! L'alta evasione fiscale – è noto – finisce per pesare soprattutto su chi le tassa le paga per intero. Ippolito cita una recente analisi del Centro studi di Confindustria, effettuata rielaborando i dati dell'Agenzia delle Entrate. Emerge che 'per chi fa correttamente il proprio dovere la pressione fiscale reale è pari al 51,8% nel 2008'. In sostanza un prelievo da Paesi nordici, in cambio però di servizi ben più scadenti. 'Resta la sensazione – si legge nel libro – che non solo tra i campioni olimpionici, ma anche all'interno di tutta la società, sia piuttosto scarsa la consapevolezza del perché si pagano le tasse'." (da Dino Pesole, La vera zavorra? E' l'evasione, "Il Sole 24 Ore", 21/11/'08)

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