mercoledì 10 ottobre 2007

U. GALIMBERTI: "Non è in questo prescindere dai giovani il vero segno del tramonto della nostra cultura?"


L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani di Umberto Galimberti (Feltrinelli, 2007): "C’è una via d’uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante? Galimberti lascia pensare che disvelare ai giovani la loro 'pienezza', la loro 'espansività' sia il primo passo per ricondurre a verità il salmo 127, 'Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza'."
"La generazione del nulla. Quando la vita perde il senso": "[...] Va da sé che quando il disagio non è del singolo individuo, ma l'individuo è solo la vittima di una diffusa mancanza di prospettive e di progetti, quando non di sensi e di legami affettivi, in cui la nostra cultura particolarmente si distingue, è ovvio che le cure farmacologiche a cui oggi si ricorre fin dalla prima infanzia o quelle psicoterapiche che curano le sofferenze che originano nel singolo individuo sono per la gran parte inefficaci. E questo perché se l'uomo, come dice Goethe, è un essere volto alla costruzione di un senso (Sinngebung), nel deserto dell'insensatezza che l'atmosfera nichilista del nostro tempo diffonde, il disagio non è più 'psicologico' ma 'culturale'. E allora è sulla cultura collettiva e non sulla sofferenza individuale che bisogna agire, perché questa sofferenza non è la causa, ma la conseguenza dell'implosione culturale di cui i giovani parcheggiati nelle scuole, nelle università, nei master, nel precariato, sono le prime vittime. [...] Se il disagio giovanile non ha origine psicologica ma culturale, inefficaci appaiono i rimedi elaborati dalla nostra cultura, sia nella versione religiosa perché Dio è davvero morto, sia nella versione illuminista perché non sembra che la ragione sia oggi il regolatore dei rapporti tra gli uomini, se non in quella formula ridotta della 'ragione strumentale' che garantisce il progresso tecnico, ma non un ampliamento dell'orizzonte di senso per la latitanza del pensiero e l'aridità del sentimento. [...]" (da La Repubblica, 5 ottobre 2007)
I libri di Galimberti

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