mercoledì 13 ottobre 2010

Dictionnaire des injures littéraire


"Tra artisti e scrittori, i rancori sono ricorrenti e tenaci. Gelosie e cattiverie agitano da sempre il microcosmo delle arti e delle lettere, alimentando invettive ironiche e giudizi al vetriolo. In tutti i tempi e a tutte le latitudini. Il campionario delle definizioni impietose e taglienti è talmente vasto che lo scrittore francese Pierre Chalmin ha deciso di proporne un' eloquente antologia, mandando in libreria un assai gustoso Dictionnaire des injures littéraire (L'Éditéur). Da Apollinaire a Zweig, da García Márquez a Houellebecq, da Faulkner a Sartre, sono diverse centinaia gli scrittori - ma anche i filosofi, i cineasti, i musicisti, i pittori e i personaggi storici - che figurano in questa sorprendente carrellata di «ingiurie letterarie», dove il gusto per la definizione icastica e l'ironia sofisticata coesistono con le più imbarazzanti cadute di stile e gli insulti veri e propri. In genere, più sono lapidari, più i giudizi risultano efficaci. Ne sono un esempio le celebri parole di Savador Dalí su Louis Aragon: «Così tanto arrivismo per arrivare a così poco», ma anche quelle del critico Matthieu Galay su William Burroughs, liquidato come «il Buster Keaton dei paradisi artificiali». Talvolta la valutazione estetica impietosa è figlia di un'idiosincrasia tutta personale, come mostra un commento di Nabokov su Conrad: «Non sopporto lo stile da negozio di souvenir, le navi in bottiglia e le collane di conchiglie dei suoi cliché romantici». Altre volte la battuta sferzante nasce dalla delusione di un entusiasmo tradito, come quello di Angelo Rinaldi - critico letterario francese - nei confronti delle opere di Kundera scritte in Francia: «Si è illuminato nell'esilio per spegnersi nella Ville Lumière. (...) E' un artista che abbiamo accolto e festeggiato, ma si è trasformato in un intellettuale parigino». E se Rinaldi non teme di scrivere apertamente ciò che pensa, altri preferiscono affidare i commenti poco lusinghieri sui colleghi alle segrete pagine dei diari privati. Così, il giorno della scomparsa dell'autore dei Sotterranei del Vaticano, Paul Claudel lascia nei suoi taccuini due righe senza appello: «Morte di André Gide. La moralità pubblica ci guadagna molto e la letteratura non ci perde tanto». Mentre Jules Renard nel suo diario non esita a definire George Sand «la vacca bretone della letteratura», un commento la cui misoginia ricorda quella di Céline nei confronti di Françoise Sagan: «Une fenomeno pubblicitario! Una servetta degenerata! Non ha cosce. Guardatene l'anatomia! Da un punto di vista medico, vale appena cinque su venti!». Più sono famosi, più gli autori si attirano le stroncature e il risentimento altrui, come accade a Baudelaire, di cui Walter Benjamin scrive senza mezze misure: «Riunisce in sé la povertà dello straccivendolo, il sarcasmo del mendicante e la disperazione del parassita». Al festival della cattiveria, i filosofi non sono da meno. Basti vedere gli sprezzanti giudizi collezionati da Descartes, considerato da Pascal «inutile e incerto» e da Voltaire «un felice ciarlatano». Anche nel mondo del cinema, non mancano i commenti spietati, come questo di Godard sul regista di Novecento: «L'altro giorno sono andato a vedere l'ultimo Bertolucci, e mi sono appisolato durante la pubblicità. Quando mi sono svegliato, il film era già cominciato. La differenza non mi ha colpito». Proprio Godard, per altro, è un regista abbonato alle stroncature, tra cui una delle più violente è quella del critico Christian Charrière: «Godard, si sa, è un melone gonfio d'acqua, gonfiato all'eccesso dagli elogie la cui polpa deludente ha la consistenza del liquido triste che la riempie come un lavandino ingorgato». Insomma, come scrive il curatore di quest'opera istruttiva, «l'odio, a differenza dell'amore, è spesso reciproco», ma sarebbe bene che le battaglie critiche non degenerassero nell'insulto. La lettura del Dictionnaire des injures littéraire da questo punto di vista è un monito salutare." (da Fabio Gambaro, Gli insulti letterari, "La Repubblica", 13/10/'10)

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