sabato 25 ottobre 2008

Piergiorgio Odifreddi: il segreto matematico del Superenalotto


"Un giorno ad Atene scoppiò la peste e gli ateniesi si rivolsero all'oracolo di Delo per sapere come fermarla. Apollo rispose attraverso l'oracolo, che avrebbero dovuto raddoppiare il volume dell'altare cubico del tempio. Gli ateniesi raddoppiarono il lato, ma la peste non cessò, perché il volume si era ottuplicato. La soluzione era più complicata e quando fu trovata, la peste finì. E Platone commentò che lo scopo di Apollo non era il raddoppio dell'altare bensì l'educazione matematica degli ateniesi. L'Enalotto non è una peste, ma sicuramente è un'epidemia e non è detto che Apollo o i suoi moderni sostituti non ce l'abbiano mandato volendo educare gli italiani alla matematica. Proviamo allora a calcolare qual è la probabilità di vincita al Super enalotto. Si devono indovinare 6 numeri su 6 ruote da ciascuna delle quali ne viene estratto uno da 1 a 90. La scelta per il primo numero ha 90 possibilità, la scelta per il secondo numero ne ha 89, perché i numeri devono essere tutti diversi. Le possibilità sono dunque 90 per 89, per 88, per 87 ... Poiché però l'ordine non conta e ci sono 720 modi di ordinare 6 numeri, si deve dividere il prodotto per 720 e si ottiene 622 milioni circa. La probabilità di fare 6 al Super enalotto è dunque circa 1 su 622 milioni. E' una probabilità estremamente bassa paragonabile a quella di centrare un numero telefonico che si vuole chiamare facendo 9 cifre a caso sulla tastiera del cellulare. Nessuna persona sana di mente, volendo chiamare qualcuno, farebbe un numero a caso sperando di trovarlo. Eppure è proprio quello che facciamo quando giochiamo al Super enalotto. Per avere un parametro di riferimento, provare a fare a caso il pin del bancomat di 5 cifre equivale a una probabilità di 1 su 100 mila. Ed è quindi circa 6 mila volte più facile che fare un 6 al Super enalotto. Si potreebbe provare a giocare tutte le possibili combinazioni di 6 numeri per essere sicuri di vincere. Questo richiede però di giocare 622 milioni di schedine e di spendere una cifra analoga in euro: poiché la vincita di giovedì era di 100 milioni, rimangono più di 500 milioni che vanno a finire in tasche altrui. Poiché però ogni settimana vengono giocate circa 100 milioni di schedine, in media qualcuno riuscirà a centrare il Super enalotto una volta ogni 6 settimane. Il caso di giovedì era leggermente diverso perché c'era stato un ritardo di qualche settimana, che però è perfettamente nella norma statistica. Giocare tutti insieme è naturalmente più conveniente che giocare da soli e ha lo stesso vantaggio dei computer paralleli rispetto ai computer comuni. Ma psicologicamente, perché giochiamo quando sappiamo di avere una così piccola probabilità di vincita? Lo psicologo Daniel Khaneman ha vinto il Nobel per l'economia (2002) proprio studiando i meccanismi mentali che ci fanno preferire certe situazioni ad altre, indipendentemente dalle loro probabilità razionali. Il che significa che oltre alla solita razionalità logico-matematica, tutti noi abbiamo una seconda razionalità intuitiva che prende spesso il sopravvento sull'altra. E' la stessa razionalità che ci fa consultare l'oracolo di Apollo e che alla maggior parte di noi fa perdere quattrini, ma a un fortunato signore di Catania ha fatto incassare 100 milioni di euro." (da Piergiorgio Odifreddi, Il segreto matematico del Superenalotto, "La Repubblica", 25/10/'08)

Nessun commento: