lunedì 6 ottobre 2008

La mia magica India di Anita Nair


La mia magica India di Anita Nair (Donzelli)
"Soma, il dio della luna, affiorò in superficie al tempo in cui l’oceano venne frullato e divenne il guardiano dei sacrifici, delle penitenze e delle erbe medicinali. Si sposò le ventisette figlie del rishi Daksha e le condusse con sé nel proprio palazzo. All’inizio tutto andò per il meglio, ma ben presto cominciarono i guai. Soma, infatti, scoprì che amavala quarta moglie, Rohini, più delle altre. Passava dunque con lei tutto il proprio tempo e le donava in continuazione certe pozioni magiche che la rendevano ancora più bella. Inoltre, se la portava sempre appresso riempiendola di regali. Un giorno le altre mogli, sempre più gelose, si avvicinarono a Rohini e le dissero: 'Sei egoista a tenertelo tutto il tempo per te. E’ anche nostro marito'. Rohini sospirò: 'Lo so benissimo, care sorelle. Ma come faccio a mandarlo via quando mi viene a cercare?'. Rohini fece del proprio meglio per tenere alla larga il marito, ma invano, Soma continuava a sommergerla di attenzioni. Le altre mogli, non sopportando più quella situazione, ritornarono a casa dal loro padre. Daksha guardò le figlie sbalordito. 'Che cosa è successo? Perché siete tornate tutte quante? Vi siete sposate solo da qualche giorno, e poi dov’è Rohini?'. Le ragazze, con il capo chino, presero a lagnarsi: 'Padre, non vogliamo più stare con lui. Ci ignora e passa tutto il tempo con Rohini. Non è colpa di nostra sorella. Lei ci prova a mandarlo via, ma a lui piace solo lei. Così abbiamo deciso di tornare a casa. Perché dovremmo vivere con un marito cui non importa nulla di noi?'. Daksha restò esterrefatto e si recò immediatamente al palazzo di Soma. Una volta là, esortò il dio della luna a una maggiore imparzialità, ad amare le proprie mogli in modo equanime e a trattarle tutte nello stesso modo. Soma promise che l’avrebbe fatto, e così le altre ventisei mogli fecero ritorno a palazzo. Ben presto, però, scoprirono che nulla era cambiato. La luna continuava a preferire Rohini. Alle mogli non restò altro da fare che tornare ancora una volta da Daksha, il quale si arrabbiò a tal punto da scagliare su Soma una terribile maledizione. 'Dal momento che concedi alle mie ventisei figlie solo una piccola frazione del tuo tempo, sarai afflitto da consunzione e ridotto a una piccola frazione di te stesso'. Soma si ammalò molto gravemente. Non faceva altro che tossire e sputare sangue dalla mattina alla sera. Non riusciva né a mangiare né a dormire, passava tutto il tempo a letto, desiderando solo di morire. Inoltre diventava ogni giorno più magro e le mogli cominciavano a provare tristezza per la sua condizione. Così andarono dal padre e lo supplicarono di revocare la maledizione. Daksha scosse il capo e disse: 'Non posso annullare la maledizione, ma posso modificarla. La sua condizione andrà e verrà, il che significa solo che la malattia sarà periodica'. E così, per alcuni giorni del mese, la luna, per via della malattia che l’affligge, si rimpicciolisce. Poi, ritorna in salute e ritrova la sua pienezza." (da Anita Nair, Vi racconto perché la luna cresce e cala, "TuttoLibri", "La Stampa", 04/10/'08)

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