venerdì 25 gennaio 2008

Taslima Nasrin

"Non preferirebbe vivere in un altro paese? 'No, sono stata a lungo in Europa ma è una realtà che mi è estranea. Adoro figure come la de Beauvoir in nome della quale sono stata onorata con il premio, ma in India non mi sento straniera, posso parlare e scrivere nella mia lingua, molte donne leggono i miei libri, e il mio lavoro è molto importante sia per loro sia per una scrittrice come me che fa del suo meglio per dare la voce a quante sono oppresse da un sistema che le schiaccia. L'India mi dà rifugio, ma dovrebbe darmi anche la possibilità di vivere una vita normale. Rifiuto di credere che possa cedere ai ricatti di pochi in cambio di voti'"

"La richiesta era giunta da Parigi per vie diplomatiche, e altrettanto 'diplomaticamente' il governo indiano ha risposto di no. Per 'motivi di sicurezza' la scrittrice bengalese Taslima Nasrin, minacciata dai fondamentalisti islamici, non potrà ricevere il prestigioso premio intitolato a Simone de Beauvoir dalle mani di Nicolas Sarkozy durante la sua visita che iniza domani a Delhi. [...] Taslima è infatti vittima come Salman Rushdie di una lunga serie di fatwe, vere e proprie minacce di morte decretate sia nel suo paese, il Bangladesh, dal quale è costretta all'esilio dal '93, sia in India, dove la scrittrice si è rifugiata e ora vive semi-reclusa in un appartamento della capitale messo a disposizione dalle autorità che le impediscono di uscire e ricevere ospiti. [...] Il premio era stato concesso a Taslima Nasrin lo scorso 9 gennaio in occasione del centenario della nascita della celebre scrittrice femminista francese, autrice di Il secondo sesso. La scelta della giuria era caduta su Taslima proprio per le analogie con Simone de Beauvoir, un'icona del riscatto femminile nella società maschilista europea del secolo scorso. I suoi romanzi in gran parte autobiografici e tradotti in numerose lingue hanno messo a nudo la segregazione e le violenze contro le donne e le minoranze religiose in Bangladesh, dove è nata e cresciuta e dove i suoi libri vietati hanno scatenato addirittura scioperi generali e cortei in numerose città. Non a caso da 15 anni è costretta all'esilio prima in Europa (dove nel '94 ha ricevuto dalla UE il premio Sakharov), America e ora in India. Già nel 2004 alcuni fondamentalisti islamici indiani avevano offerto 20mila rupie, 300 euro, a chiunque avesse 'dipinto' la sua faccia di nero. Nel marzo dello scorso anno un gruppo chiamato Ibtehad Council ha chiesto invece con una fatwa la sua morte promettendo l'equivalente di 10mila euro. Nonostante tutto Taslima Narsin ha presentato in diverse città indiane i suoi libri tradotti nelle lingue locali, ma le minacce sono riprese, con un assalto di alcuni parlamentari musulmani durante una sua conferenza stampa ad Hyderabad ad agosto e le violente manifestazioni di protesta a Calcutta nel novembre successivo. Il governo indiano, nella lettera inviata all'Eliseo, si è detto disposto ad organizzare il viaggio della scrittrice a Parigi pur di evitare nuovi incidenti. Un segno d'imbarazzo preoccupante per la più grande democrazia d'Asia". (da Raimondo Bultrini, India, la scrittrice Nasrin vietata a Sarkozy, "La Repubblica", 24/01/'08)
"India tells Bangladeshi writer to stay hidden or leave" (da Guardian.co.uk)

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