Paura liquida di Zygmunt Bauman (Laterza, 2007). Da "Almanacco dei libri" ("La Repubblica", 05/01/'08), parte dell'introduzione di Bauman: "Questa nostra vita si è rivelata ben diversa da quella che avevano previsto e iniziato a progettare i saggi dell'Illuminismo e i loro eredi e discepoli. Nella vita nuova che essi immaginavano e intendevano creare, si sperava che l'impresa di domare le paure e di imbrigliare i pericoli da cui esse derivavano potesse realizzarsi.
Nel contesto liquido-moderno, invece, la lotta contro le paure si è rivelata un compito a vita, mentre i pericoli che innescano le paure hanno finito per apparire come compagni permanenti e inseparabili della vita umana, anche quando si sospetta che nessuno di essi sia insormontabile. [...] Viviamo a credito: nessuna generazione passata si è indebitata, individualmente e collettivamente, in modo tanto pesante (i bilanci statali un tempo puntavano al pareggio: oggi i 'migliori' sono quelli che mantengono al medesimo livello dell'anno precedente l'eccedenza delle uscite sulle entrate). Vivere a credito ha i suoi piaceri utilitaristici: perché dilazionare la gratificazione? Perché aspettare, se la gioia futura si può assaporare 'qui e ora'? E' vero, il futuro è fuori controllo. Ma la carta di credito, come per magia, mette quel futuro, sgradevolmente elusivo, direttamente nelle nostre mani. Possiamo consumarlo, per così dire, in anticipo - finché c'è ancora qualcosa da consumare ... Questa sembra essere l'attrazione del vivere-a-credito, il cui vantaggio manifesto, se si presta fede alla pubblicità, è puramente utilitaristico: dare piacere. E se il futuro sarà brutto come sospettiamo, possiamo consumarlo ora, finché è ancora fresco e intatto, prima che la catastrofe colpisca, e prima che il futuro stesso abbia la possibilità di mostrarci quanto sarebbe brutta. (Questo è, a pensarci bene, ciò che facevano un tempo i cannibali: divorare i nemici appariva loro come il modo più sicuro per risolvere definitivamente le minacce di cui costoro erano latori; un nemico consumato, digerito ed escreto non faceva più paura. Ma, ahinoi, è impossibile mangiare tutti i nemici. Mentre lo facciamo, essi, invece di diminuire, sembrano moltiplicarsi.) [...] A peggiorare ulteriormente le cose, anche se e quando i benefici di una lotta comune vengano perorati in modo convincente, rimane aperta la questione di come fare per tenere uniti i combattenti isolati. Le condizioni della società individualizzata sono inadatte all'azione solidale, e rendono difficile vedere una foresta invece che i singoli alberi. Inoltre le antiche foreste - paesaggio un tempo familiare e facile da riconoscere - sono state decimate, ed è improbabile che ne vengano piantate di nuove, dato che la coltivazione tende a essere demandata ai singoli contadini. La società individualizzata è contraddistinta da una dispersione dei legami sociali, che sono il fondamento dell'azione solidale. Essa si distingue anche per la sua resistenza a una solidarietà che potrebbe rendere tali legami durevoli e affidabili."
Bauman nel catalogo Laterza
La società individualizzata (Il Mulino, 2002)
La solitudine del cittadino globale (Feltrinelli, 2000)
Il pensiero di Zygmunt Bauman di Keith Tester (Erickson, 2006)
"Zygmunt Bauman : Vivre et (parfois) mourir dans un monde plein " (da LeMonde)
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