"Tahereh è l'unica donna persiana le cui fattezze sono scolpite su una lapide del cimitero di Qazvin, ma non ha mai avuto l'onore di un epitaffio. La sua vita drammatica è idealista, la sua eloquenza che non ha né pari né timori hanno lasciato il segno in Iran. La poetessa è morta perché lottava contro le tradizioni, una battaglia che le iraniane non hanno ancora vinto"
La donna che leggeva troppo (La femme qui lisait trop) di Bahiyyih Nakhjavani (Rizzoli, 2007): dopo Azar Nafisi e il suo Leggere Lolita a Teheran, solo per citare uno dei casi più noti, ecco La donna che leggeva troppo (ancora l'atto del leggere è simbolo di libertà) di Bahiyyih Nakhjavani. Nella Persia del 1800 Tahirih Qurratu'l-Ayn è diversa da tutte: nata in una famiglia benestante, è cresciuta 'come un uomo', libera di studiare e imparare. Bellissima, sensibile e curiosa, scrive poesie e discute di politica, proclama la dignità delle donne. La sua fama di poetessa e ribelle ('strega' per chi ne ha paura) è ormai diffusa in tutto il Paese quando, accusata di omicidio, fugge, tenendo in scacco la polizia dello Shah come se potesse prevederne le mosse. E quando infine viene catturata dopo aver osato - nell'attimo che la consegna alla Storia - togliersi il velo in pubblico il suo fascino e la sua saggezza confondono i persecutori, scatenando l'amore dello Shah e l'ira funesta di sua madre. Verità storica e leggenda si fondono in un romanzo emozionante e intenso, omaggio all'intelligenza, alla sensibilità e al coraggio di una donna libera e straordinaria.
"Una femminista ante-litteram nella Persia dell'Ottocento, un modello per le iraniane di oggi" (da LaStampa)
La bisaccia (The Saddlebag) (Le Lettere, 2001)
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