"Il mio surrealismo, come molti miei scritti e molte mie pitture stanno a testimoniare, non si contenta di rappresentare l’informe e di esprimere l’incosciente, ma vuole dare forma all’informe e coscienza all’incosciente".
La nascita di Venere di Alberto Savinio (Adelphi, 2007): "Era un tassello mancante, questa raccolta degli scritti di Savinio sull'arte apparsi tra la fine del 1918 e quella del '21 sulla rivista romana "Valori plastici" ora giunta, per iniziativa del brillante scrittore e saggista Giuseppe Montesano e dello specialista Vincenzo Trione, al porto fidato del main publisher Adelphi. Mai raccolti prima in volume, essi rappresentano non solo un passaggio-chiave nel formarsi di un autore fra i cinque o sei capitali del nostro Novecento (allora, è il caso di sottolineare, non ancora pittore in proprio) ma anche un documento straordinario del clima di quegli anni. Data proprio al '19 la celebre stroncatura di de Chirico di Roberto Longhi; ma l'etichetta di 'dio ortopedico', nella circostanza affibbiata alla pittura metafisica (ben prima che di qualcosa del genere parlasse il Freud del Disagio della civiltà), parla ben al di là delle intenzioni del maggior critico del Novecento. Era davvero un mondo in convalescenza e dalle ferite non rimarginabili, quello che usciva dalla bufera della Grande Guerra [...]" (da A. Cortellessa, Sul mare senza sponde di Savinio, "TuttoLibri", "La Stampa", 10/11/'07)
Savinio nel catalogo Adelphi
Alberto Savinio. Le molte facce di un artista di genio di Silvana Cirillo (Mondadori, 1997)
Fondo Alberto Savinio presso Gabinetto Vieusseux
Ascolta da Fahrenheit
(dipinto: Alberto Savinio, "I Re Magi", 1929, olio su tela, Mart, Rovereto)
"Colloquio. Giorgio de Chirico e Alberto Savinio", Museo d'Arte Contemporanea di Lissone dal 28 ottobre 2007 al 27 gennaio 2008: mostra dedicata a Giorgio de Chirico e al fratello Alberto Savinio. Circa settanta opere, in massima parte dipinti, ripercorreranno l'iter artistico dei due fratelli in un confronto serrato. Il titolo della mostra "Colloquio" è ricavato da un lavoro di Savinio del 1932 che rappresenta Oreste e Pilade in una composizione che si fa eco dell'opera di entrambi gli artisti.
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