sabato 20 agosto 2011

Un regalo da Tiffany


"Brillano le vetrine addobbate, la neve cade in soffici fiocchi sulla 5th Avenue, Vanessa, Ethan e Daisy si rifugiano in un posto caldo a bere vino speziato e cioccolata bollente.
Nella fantasmagoria delle luci di Manhattan un solo negozio non ha bisogno di ulteriori arredi natalizi perché è già scintillante tutto l’anno con i suoi gioielli che confeziona in una sontuosa scatolina blu.
Noi però non siamo né a New York né a Natale, ma incollati alla sdraio per capire cosa diavolo succede a quel pacchettino con dentro un diamante montato secondo
il «classico stile di Tiffany». Se ci guardiamo intorno, sorpresa: la spiaggia è punteggiata di copertine color turchese.
Non siamo i soli che non si staccano da Un regalo da Tiffany (Newton Compton) che racconta come, a seguito di uno scambio di sacchettini del prestigioso punto vendita di ori e affini, si intreccino le vite di Ethan, prof di inglese vedovo e un po’ distratto, della sua simpatica figlia, della promessa sposa Vanessa e di due giovani donne di Dublino.
Uscito il 1° luglio in Italia, il libro della scrittrice irlandese sta correndo come un fulmine. La Hill, esclusivamente grazie al passaparola, è diventata la regina delle classifiche.
E questo racconto, che qualcuno, erroneamente, potrebbe interpretare come la versione zuccherina di un Natale in stile Vanzina, è il caso editoriale di queste settimane.
Sarà dunque il caldo, saranno le tensioni conflittuali dell’estate all’insegna della
crisi e delle polemiche, ma è un fatto che del tutto inaspettatamente una commedia romantica si posiziona in vetta alle preferenze (con 220mila copie stampate). A mettere in moto la vicenda, con ironia e inattese soluzioni, è un costoso
anello di fidanzamento acquistato in uno dei più sofisticati negozi del mondo. Il libro rimanda all’esile e magica figuretta di Audrey Hepburn che, nel film Colazione da Tiffany, di quei meravigliosi ambienti con teche di brillanti dice: «Non ci
può capitare nulla di brutto là dentro, non con quei cortesi signori vestiti così bene, con quel simpatico odore d’argento e di portafogli di coccodrillo».
Audrey, così sottile e intrigante, è oggi la vera icona minimalista ed elegante delle adolescenti che si appassionano a Un regalo da Tiffany. Che leggono, guarda caso, indossando tracolle e t-shirt con sopra stampigliato il bel volto
di Audrey, la imitano portando fuseaux e ballerine, mentre i pubblicitari
fanno della famosa attrice la loro testimonial preferita.
Il plot della Hill - tradotto in 18 lingue - ha sbaragliato nell’indice delle vendite autori ben più decorati, come il premio Strega Edoardo Nesi, Andrea Camilleri o Fred Vargas. Ma in Un regalo da Tiffany i personaggi non sono solo in lizza per conquistare l’amato bene e convolare a nozze. Il londinese Ethan
e l’irlandese Rachel vengono definiti «romantici e sognatori» perché, mentre la storia si dipana, si evidenzia l’insolita propensione a non lottare con le armi dei cinici e degli arrampicatori, a non voler superare le proprie difficoltà danneggiando gli altri, a essere sempre «pronti non a ferire ma a vedere il meglio delle persone».
Anche Terri, compagna di avventura di Rachel nella gestione di un localino dove si consumano spuntini succulenti, è nel drappello dei generosi altruisti.
La favola che si svolge tra Tiffany e il Plaza, tra New York, Londra e Dublino, non invita mai a un eccesso di consumismo, bensì a farsi paladini del benessere altrui, persino a discapito del proprio. Alla fine, come in tutte le fiabe, tutti i nodi verranno al pettine e trionferanno i migliori." (da Mirella Serri, Vado da Tiffany e vi regalo un po' di bonta', "TuttoLibri", "La Stampa", 20/08/'11)

Manuale sentimentale per costruire un vero bestseller (da "La Repubblica")

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