lunedì 16 maggio 2011

Pubblicare e leggere, ecosistema in bilico


"Partiamo dai dati e arriviamo a una speranza. I dati dicono che il Salone del Libro di Torino, che si chiude domani, registrerà ancora una volta numeri record. Di espositori, superficie utilizzata, libri venduti, e, soprattutto, visitatori. Cosa suggeriscono questi dati? Che il Salone è, e resta, un appuntamento unico per i lettori; in Europa, lo ribadiamo, non ha rivali. Picchioni & Ferrero hanno fatto in questi anni un ottimo lavoro e possono andarne fieri. Gli errori? Capitano. E si rimediano. L'Oval va corretto nella disposizione (e non guasterebbe che ospitasse anche qualche editore, magari grande), la mostra sui 150 anni presenta qualche svarione. Francoforte e Londra sono principalmente fiere di compravendita di diritti, Parigi assomiglia, ma in piccolo, al Lingotto; gli altri "competitori" non contano. Colpisce, nelle folle oceaniche che riempiono ogni anno tutti gli spazi del Salone, l'interesse e la competenza dei lettori. Ogni tanto questo pubblico viene dileggiato dai giornali e persino da chi, nel settore dell'editoria, ci lavora. Strano fenomeno: sono i lettori che tengono in piedi tutta la baracca. E i lettori bisogna rispettarli. Anche perché dove c'è un'offerta di qualità – Mantova, Trento o Torino che sia – il pubblico risponde sempre bene. Forse, anzi, cerca proprio in queste occasioni un "riscatto" di civiltà che manca altrove. I lettori forti in Italia sono più forti che negli altri Paesi, ma si vanno assottigliando. E lo scenario di quello che Bruno Mari (Giunti) ha definito con efficacia, nel convegno dedicato all'e-book, l'«ecosistema» della lettura e dell'editoria sta cambiando. Economicamente e culturalmente. È siamo nel momento della massima attenzione.
Il mercato della lettura nei primi mesi del 2011 fa segnare un pallido +0,2% (Nielsen). Ma dalle Librerie Feltrinelli sono più preoccupati: calo, nel reparto «novità», in doppia cifra. Mancano i bestseller trainanti? Forse. La vendita di libri nel canale online cresce e nel 2011 ha già raggiunto è già il 5,5% del mercato. Senza contare Amazon, il player più importante ora anche in Italia. L'azienda americana rischia di scompaginare (perseguendo legittimi interessi) l'orizzonte del mercato. I centomila titoli diversi venduti in un solo mese (dicembre 2010) fanno pensare. Gli sconti praticati online – da tutti – sono un allarme. Gli stessi editori non possono più permettersi di competere a certe condizioni. Rischiano le librerie indipendenti (ma anche quelle di catena, alla lunga: il caso Borders dovrebbe insegnare).
Da Torino c'è la richiesta di una legge che regolamenti il settore. Non solo il prezzo, ma soprattutto incentivi alla lettura, sostegno forte (leggi: molti soldi per un programma serio) al Centro per il Libro, aiuti mirati alle librerie indipendenti potrebbero essere misure. La legge, di iniziativa popolare, sarà discussa a ottobre a Matera.
L'e-book, per altro, ancora non decolla. Incide poco o nulla sul mercato oggi; ma lo farà, prima o poi. Non sappiamo come, né quando. Non è nemmeno un qualcosa che interessa i "nativi digitali" (chi possiede e-reader ha oltre 40 anni, in media) e questo conferma che l'e-book non è l'argomento che esaurirà, da solo, la rivoluzione digitale dell'editoria. Lo hanno capito molti editori che si preparano a investire, anche parecchio, su una radicale trasformazione dei processi di produzione e distribuzione del libro. Sta qui la chiave del futuro del libro.
Ma è necessario coltivare lettori, formarli e appassionarli al libro, qualsiasi forma esso assumerà. Nessun catastrofismo, anzi, molta fiducia, e una speranza, come dicevamo: Torino conferma che i lettori sono il bene più prezioso di questo ecosistema. E bisogna averne di più. E bisogna seminare ora; il futuro non ci aspetterà.
P.S. Non abbiamo parlato di incontri, scrittori, letture e polemiche torinesi. È filato tutto liscio, come al solito. L'unico motivo per cui tutti erano qui a parlare, è perché c'era qualcuno a sentirli. Ecco: sono i lettori a dare un senso a tutto questo. Nostro giornale compreso. Non dimentichiamocelo." (da Stefano Salis, Pubblicare e leggere, ecosistema in bilico, "Il Sole 24 Ore", 15/05/'11)

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