venerdì 17 settembre 2010

Sulla (nuova) strada di Kerouac, la Beat Generation incontra Google


"Viaggiare con mappe virtuali sarebbe stato il controsenso assoluto del ventinovenne Kerouac. Restare seduti, fermi, composti davanti a un monitor per muoversi in 3D su strade dotate di telecamere fisse. Strade senza segreti, senza possibilI svolte, senza scelte. La generazione beat cinquant'anni dopo viaggia da seduta. Muove mouse senza fare autostop e non lascia ombra. Per lo più.
Il viaggio di On the road scritto da Jack Kerouac nel 1951 e pubblicato nel '57, è ancora vivo e in trasformazione perpetua. Su Google Earth ora si può ripercorrere posto dopo posto, proprio come l'autore usò mappe e puntine negli anni in cui viaggiò attraverso il continente americano prendendo appunti, e formando nella sua testa il romanzo che definì una generazione e diede inizio alla sua degenerazione.
Il viaggio virtuale di On the road parte da questo indirizzo (è richiesto il plug-in di Google Earth, ma è indolore e o ci si può arrivare da qui). Ogni posto, ogni città, benzinaio o paesaggio toccati dai personaggi del libro, cominciando da Sal Paradise (Kerouac nella versione originale del manoscritto) sono segnati. Basta puntare il cursore e affidarsi per il resto alle infinite possibilità dello zoom. In ogni segnalibro sono segnate spiegazioni, citazioni, e sono raccolte emozioni. Frasi tratte dal libro, pezzi di vita di Kerouac. Motivi, visioni. Il compromesso virtuale mantiene vivo il viaggio. Lo fa a tre dimensioni e senza grandi pretese. Non è un lavoro ufficiale, è opera di un internauta volontario, un utente libero in cerca di avventura. Beat, seat.
On the road resta una leggenda senza punti e virgola. E' una strada di parole percorsa da generazioni, imprigionata su un rotolo di carta per telex lungo 36 metri sul quale l'autore ha dattiloscritto il suo romanzo. Il rotolo, "the scroll", fu comprato all'asta nel 2001 da Jim Irsay, proprietario della squadra di football degli Indianapolis Colts, che se l'aggiudicò per 2,43 milioni di dollari. Attaccato con lo scotch a mano dallo stesso Kerouac per scrivere senza mai fermarsi, senza soste, pause, come in un viaggio, per strada, il rotolo è stato esposto al pubblico, trattato e guardato come un'antica pergamena piena di segreti.
Una clessidra di carta senza più tempo che nella versione originale nasconde scorciatoie, nuove angolazioni, ombre da scoprire e una punteggiatura diversa. Quella che l'autore aveva voluto durante le tre settimane in cui battè a velocità folle sui tasti della sua macchina da scrivere, nell'appartamento al numero 454 a West 20th Street di Manhattan, New York. Senza mouse, senza monitor, con tutto nella testa o sparso in quaderni di appunti appallottollati come vestiti usati in sacche da viaggio. Kerouac aveva prescelto una punteggiatura minimale e indifferente perché le virgole, come buche sulla strada, non rallentassero i suoi spostamenti. Di virgole ne mise poche, ma non una sola a caso.
Malcolm Cowley, il primo editore che pubblicò il libro con la Viking Press nel 1957, sei anni dopo la consegna del rotolo, le cambiò. Aggiunse punti, due punti, punti e virgola. Poi modificò i nomi dei personaggi trasformando William S. Burroughs in Old Bull Lee o Allen Ginsberg in Carlo Marx. Già che c'era tagliò qualche scena sessualmente troppo forte. Ma On the road completò lo stesso il suo viaggio e ispirò artisti e poeti che cambiarono il suono, il modo di pensare e quello di parlare del mondo. Dylan, i Beatles, Hunter S. Thompson, Jim Morrison, Pynchon, Lester Bangs. Tre anni fa, cinquant'anni dopo, la Viking Press ha ripubblicato la versione originale del manoscritto. E la stessa cosa sta facendo per l'Italia Mondadori proprio adesso.
La leggenda resta comunque difficile da maneggiare e il rotolo non si piega facilmente. L'adattamento di On the road in un film è un progetto rimasto fermo per anni. Come se il viaggio di Kerouac non potesse prendere altra forma. Gus Van Sant è stato in possesso dei diritti per molto tempo, avrebbe voluto un film che puntasse alla sottotraccia più erotica del romanzo. Rinunciò. Russell Banks scrisse poi una sceneggiatura tratta dal libro per Francis Ford Coppola, il quale comprò i diritti per 95 mila dollari nel 1980.
Da poco più di un mese il film ha cominciato a diventare reale. Grazie al regista brasiliano Walter Salles (I diari della motocicletta) che sta dirigendo una sceneggiatura firmata da Josè Rivera. Prima di cominciare le riprese il regista ha ripercorso le orme di Kerouac, ha fatto il viaggio in auto, e ha girato il documentario On the search for On the Road. Con un budget di 25 milioni di dollari il film, che non ha un cast stellare, sarà prodotto da Coppola con la sua Zoetrope insieme a MK2, l'inglese Film4 e la brasiliana Videofilmes. Sam Riley (già Ian Curtis in Control il film sui Joy Division di Anton Corbijn) sarà Kerouac, col nome di Sal Paradise. Garrett Hedlund interpreterà Dean Moriarty e Viggo Mortensen Old Bull Lee. Tra le attrici Kristen Stewart (Mary Lou), Kirsten Dunst (Camille) e Amy Adams di Come d'incanto sarà Jane. Il primo ciak è stato battuto il 2 agosto e le riprese saranno fatte tra New Orleans, Montreal e il Messico.
'Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh!' (Jack Kerouac, On the road)." (da Katia Riccardi, Sulla (nuova) strada di Kerouac, la Beat Generation incontra Google, "La Repubblica", 17/09/'10)

Alle origini di On the Road

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