martedì 14 settembre 2010

Il futuro è digitale. La Nazionale al lavoro per il grande salto


«Una sfida appassionante, ma come al solito, con i mezzi che abbiamo, terribilmente difficile». Una mendicante, vestita di stracci ma col cuore che batte nel futuro: la Biblioteca Nazionale di Firenze si potrebbe definire così. Unica in Italia, insieme alla consorella di Roma, con il compito istituzionale di conservare la memoria culturale del Paese, attraverso la raccolta, la catalogazione e la custodia di ogni tipo di testo e di periodico che si stampi in Italia. I 580 mila euro triennali, 'finora gli unici' sottolinea Fontana, 'messi a disposizione dal ministero' - consentiranno intanto, entro il 2012, di mettere a regime tre nuovi «depositi digitali», con dentro tutto quello che è già disponibile on line, due dei quali aperti alla consultazione (quelli di Firenze e Roma), e uno (alla Marciana di Venezia) tenuto come dark archive chiuso, con dentro gli stessi file e tutti dotati dei massimi requisiti di sicurezza fisica e informatica. Tre diversi provider, a cui sono già stati affidati con una gara, gestiranno altrettanti, enormi server, in modo da avere sempre un «deposito» o due di dati di riserva qualunque cosa accada. Il che, in ogni caso, non significherà affatto, per adesso e di sicuro per un bel po', abbattere i costi rispetto alla conservazione di testi cartacei in magazzini «fisici». Agli investimenti necessari alla gestione avanzata e sicura dei nuovi «depositi digitali» vanno infatti aggiunti quelli sul cosiddetto harvesting, cioè la raccolta sulla rete di tutto ciò che già è, e sempre più sarà, on line, tramite accordi con gli editori per ottenere le «chiavi» di accesso ai testi. Nonché quelli sul trattamento dei file, ai fini sia della loro conservazione nei tre «depositi digitali», che della loro utilizzabilità (tramite 'meta-dati' , cioè informazioni di base sulle caratteristiche di ognuno di essi) da parte delle tecnologie del domani. Per il futuro, insomma, bisognerà evitare quel che è successo con i floppy disk, diventati praticamente inutilizzabili una volta spariti i vecchi pc. Da anni agganciata a progetti europei sulla digitalizzazione della memoria, da due la Nazionale è impegnata in una concreta sperimentazione, che ha già consentito di caricare via via sui server della Biblioteca, e trasferire poi su file, le tesi di dottorato, mentre nel giro di tre anni dovrebbe essere in grado di offrire un catalogo digitale di tutto ciò che si pubblica in Italia, librie periodici. Ma a questo stadio della rivoluzione digitale, uno degli ostacoli principali è ancora l' accordo con gli editori. Mettendo a disposizione di tutti i nuovi meta-testi, infatti, la Biblioteca non dovrà danneggiare chi continua pur sempre ad accollarsi gli investimenti necessari alla produzione di ciò che si legge, su carta Eche si è ritrovata giocoforza a presidiare la nuova frontiera della «memoria digitale». Con tanta voglia di buttarsi a capofitto nella nuova avventura, «ma come sempre senza averne i mezzi» protesta la direttrice Antonia Ida Fontana, che da qui a novembre, quando andrà in pensione, giocherà, promette, «il tutto e per tutto». La sfida, appunto, è alta: come attrezzarsi- pur dovendo continuare, finché ci sono, a raccogliere i testi cartacei - per acquisire, catalogare e conservare anche quelli digitali, in presenza, nota la direttrice della Biblioteca, «di tecnologie ' volatili', in evoluzione continua, che rendono obsoleti hardware e software nel giro di pochi mesi». E in mancanza, come al solito, di fondi sufficienti, sia ad acquisire le nuove tecnologie che a formare il personale, «superando la fase dell' autodidattica». I 580 mila euro triennali - «finora gli unici» sottolinea Fontana o on line: «Vorrei tranquillizzarli» avverte Fontana, «nessuno ha intenzione di entrare in concorrenza con loro». Allo studio, infatti, «oltre a possibili modelli di convenzioni e licenze d'uso dei testi, ci sono precise forme di restrizione dell' accesso ai file (che in nessun caso, comunque, saranno scaricabili o stampabili»): come la consultazione obbligata da una postazione interna alla biblioteca, da parte di un solo utente alla volta, registrato con una password e ben riconoscibile. O anche, ovviamente in accordo con gli editori, l'offerta di meta-testi scaricabili solo a pagamento. La rivoluzione tecnologica incalza, insomma. Ma intanto,e almeno finché non si smetterà di stampare anche su carta, i magazzini digitali non risolveranno il cronico problema della mancanza di spazio. Mentre bisogna ancora litigare perché una delle massime istituzioni culturali italiane possa ottenere il minimo indispensabile per vivere. Dalla direttrice della Nazionale parte infatti, ancora una volta, un drammatico appello: se non verrà al più presto ristrutturata la vicina ex caserma Curtatone e Montanara, già assegnata dal Demanio e dove deve trovar posto l'intera emeroteca oggi ospitata nella sede centrale e al Forte Belvedere, «entro 4-5 anni esploderemo». Senza contare che, come al solito, manca il personale anche per i servizi essenziali, cioè il prelievo e la consultazione dei testi: 7 persone in out-sourcing, per pagare le quali (10 mila euro al mese) ci sono fondi solo fino al 30 novembre. Dopo di ché, dice Fontana, «si dovrà chiudere per mezza giornata». E non basta: causa i tagli della finanziaria per il 2011, «dall' inizio del nuovo anno, se il ministero non interviene, potremo non avere i soldi neanche per pagare le bollette della luce e del riscaldamento, che è come dire dover chiudere del tutto»." (da Maria cristina Carratù, Il futuro è digitale. La Nazionale al lavoro per il grande salto, "La Repubblica", 12/09/'10)

L'uomo dei giornali

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