mercoledì 8 settembre 2010

Da Vittorini a Ginsberg, le lezioni dei maestri


"Pasolini, Cassola, Vittorini, Parise. E poi Spinelli, Jemolo, la Merlin, Dolci. Hemingway, Ginsberg e Bukowski. Alle voci degli scrittori di oggi il Festivaletteratura affianca quelle degli autori di ieri. A Mantova, per iniziativa di Alessandro Della Casa e Salvatore Satta, scorre un tappeto sonoro che viene dal passato recente: si può ascoltare Spinelli che spiega "l'alternativa federalista", Cassola che si interroga sul romanzo, Mila che racconta la musica d'avanguardia. E le conversazioni che Fernanda Pivano ebbe con i grandi della letteratura americana.
I materiali sono tratti da repertori sonori del Novecento: quello dell'Archivio Storico Olivetti e quello del Fondo Pivano presso la Fondazione Benetton Studi e ricerche. Sei computer sono installati nell'Atrio degli Arcieri in Palazzo Ducale, ma le voci vengono diffuse anche in altri luoghi del festival (in questa pagina riproduciamo trascrizioni da Pasolini, Parise e Dolci). È un glossario novecentesco, ma non sistemato in pagina, bensì fatto di sfumature vocali.
Il materiale olivettiano ha qualche attinenza con il Festival. Sono una dozzina di conferenze che si svolsero nello stabilimento di Ivrea fra il '61 e l'84 (il ciclo iniziò negli anni Cinquanta). Erano rivolte agli operai e agli impiegati, ma erano aperte anche al pubblico. È la prima volta che vengono riascoltate. Alcune registrazioni sono state restaurate ed è intenzione dell'Archivio Olivetti di procedere al riversamento di tutte le conferenze. Quegli incontri rappresentavano uno dei modi in cui Adriano Olivetti (scomparso nel febbraio del '60) concepì il suo essere imprenditore. Attenzione ai profitti, ma anche cura della fabbrica come comunità, che aveva contratto con l'ambiente esterno obblighi non solo di efficienza produttiva, ma di carattere sociale e culturale. Le conferenze, racconta Enrico Bandiera, responsabile dell'archivio di Ivrea, "erano organizzate durante le due ore di pausa mensa e avevano come fulcro la biblioteca dello stabilimento, ricca di 90 mila volumi e diretta da Ludovico Zorzi".
Spinelli nel gennaio del '61 parla per due ore, introdotto da Luciano Codignola. La Merlin per un'ora e mezza, poche settimane dopo, si occupa di prostituzione. La lingua usata è diretta, scorre concreta, come è indispensabile di fronte a operai che hanno, per lo più, la terza media. Quel tipo di pubblico lo conosce bene Danilo Dolci, che ora sembra un personaggio lontano e che stride con i tempi, ma sul quale si stanno riaccendendo le attenzioni di molti studiosi. Dolci arriva a Ivrea nel novembre del '62. Il titolo del suo intervento è "Dieci anni di lotta contro la miseria". Sono i dieci anni della sua battaglia non-violenta a Trappeto, in Sicilia, per il riscatto dei contadini contro mafia e cattiva politica. Del '66 è invece l'incontro con Parise. Lo scrittore vicentino ha da poco visitato la Cina scossa dalla Rivoluzione culturale. L'incontro di Pasolini con gli operai dell'Olivetti è del giugno 1971. Racconta per quasi due ore i rapporti fra cinema, società e poesia (lo introduce Guido Aristarco). E promette: "Penso che farò film e scriverò cose in un certo senso più allegre di quelle che ho scritto finora". Di quello stesso anno sono Il Decameron, seguito dai Racconti di Canterbury e da Il fiore delle Mille e una notte. Quattro anni dopo la tragica morte all'Idroscalo di Ostia." (da Francesco Erbani, Da Vittorini a Ginsberg, le lezioni dei maestri, "La Repubblica", 08/09/'10)

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