mercoledì 17 novembre 2010

Sebastian Fitzek, La terapia


"'La nostra mente è come un mare profondo pieno di misteri dove nessuno è mai stato' mi ha detto durante l'intervista che segue Sebastian Fitzek, l'autore che, con ormai quattro titoli, ha portato il genere psycothriller al successo in Germania. Una frase che ben evoca un aspetto oscuro della psiche umana, quello spazio sconfinato, abituale protagonista dei suoi romanzi, dove tutto può accadere e con cui ciascuno di noi deve fare i conti. Quella zona buia che insidia il nostro cervello e che è sempre al centro degli intrecci ideati da Fitzek. Enigmi che non si dipanano secondo le logiche tradizionali dei thriller doc, bensì attraverso quei percorsi, solo apparentemente insondabili, che appartengono alla neuropsichiatria.

In La terapia, il primo romanzo che solo quattro anni fa rivelò Sebastian Fitzek e che è arrivato in libreria solo oggi, dopo i tre titoli che l'hanno consacrato al grande pubblico (Il ladro di anime, Il bambino e Schegge, tutti usciti in Italia per Elliot), a lottare contro i misteriosi territori della mente è Viktor, un abbiente psichiatra reso popolare dai talk show televisivi che abbandona la professione e la vita normale in seguito alla scomparsa della figlia dodicenne, Josy, sparita nel nulla un giorno qualunque e mai più riapparsa. La vita di Viktor va avanti per quattro anni nell'angoscia, mentre il suo matrimonio va in pezzi e la sua carriera è stroncata. Fino a quando, rifugiato su un'isola del Mare del nord, incontra una giovane donna, forse malata di shizofrenia, che metterà in moto allucinazioni e ricordi, accompagnandolo lungo un sentiero accidentato che gli fa intravedere la verità. Un epilogo eclatante, degno della fama di star dello psycothriller che Fitzek si è guadagnato sul campo in questi anni, a colpi di milioni di lettori.

Un riconoscimento meritato per uno scrittore originale e unico nel suo genere che, con grande abilità, sa trasferire i principi della neuropsicologia dentro trame strutturate come gialli classici e che riesce a raccontarle con un ritmo allucinato e immaginifico. La Terapia dimostra che il suo talento viene da lontano.

Con La Terapia ha dato vita allo psycothriller in Germania. Si aspettava il grande successo che ha poi avuto il suo libro?
"No, assolutamente. Quando ho cercato di trovare un editore in Germania tutti mi dicevano che nessuno avrebbe voluto leggere uno psycothriller tedesco. Me lo dicevano così spesso che anche io ho iniziato a crederci. Ogni volta che leggevo un buon libro mi chiedevo: "Sarò mai capace di scrivere una storia così anche io?" E qualche anno fa ho deciso di provarci. Mi ci è voluto del tempo prima che il mio primo manoscritto venisse pubblicato e sono passati altri quattro anni dalla consegna all'arrivo in libreria. Per fortuna, ho incontrato Roman Hocke, il mio agente letterario. Mi ha messo davanti a tutti i miei errori da principiante e mi ha fatto rivedere il mio thriller di debutto, La terapia, sette volte prima di affidarlo alla mia attuale casa editrice tedesca. Quando infine è uscito ed è entrato nella lista dei bestseller ne fui davvero molto sorpreso e questo è il motivo per cui i lettori che hanno fatto diventare realtà il mio sogno vengono sempre per primi nei miei ringraziamenti".

I misteri della mente hanno una chiave interpretativa?
"Per molti anni ho lavorato come direttore del programma per una stazione radio popolare tedesca. Lì ho iniziato ad osservare le persone che stavano intorno a me, primi tra tutti i miei colleghi. Questo è stato (ed è ancora) un luogo dove poter incontrare un gran numero di "disturbati". Sono stati la mia maggiore fonte di ispirazione e mi hanno aiutato ad avere uno sguardo più profondo riguardo al comportamento umano e ai disturbi psicologici. Inoltre ho studiato diritto penale e, durante le lezioni, ho ascoltato un sacco di storie strane. Tutto questo è stato utile per imparare a fare ricerca e mi ha aiutato ad avere l'ispirazione per i miei libri. Ma non penso che i misteri della mente possano essere realmente letti e interpretati. E dunque restano tali: il problema è che abbiamo bisogno del nostro cervello per analizzare il nostro cervello. E' come un cane che osserva il suo muso allo specchio. Guardiamo solo la superficie ma non capiremo mai l'immagine intera".

Lo psycothriller è il genere letterario dei tempi moderni?
"Sì. Ormai, quasi ogni segreto del mondo moderno è risolto, tranne uno, forse il più importante e cioè come funziona in ogni sua parte il nostro cervello. La nostra mente è come un mare profondo, pieno di misteri e nessuno è mai stato realmente lì. Gli psycothriller si occupano di quei segreti ed è questo il motivo per cui io credo fermamente che il genere non perderà mai attrattiva per i suoi molti lettori. Nei miei libri gli eventi si susseguono senza sosta, portano il lettore di fronte a una porta che non può non aprire. Gioco con i delitti della mente, proietto le follie, le paure, le angosce del passato. La mia vocazione per lo psycothriller è venuta fuori d'improvviso. Stavo nella sala d'aspetto di un medico e aspettavo la mia fidanzata, mi annoiavo e ho cominciato a pensare: Cosa succederebbe se lei non uscisse più? Se mi dicessero che non è mai entrata nello studio e che il suo nome non è nell'elenco dei pazienti?"." (da Silvana Mazzocchi, Sebastian Fitzek, re dello psycothriller: Gioco con i delitti della mente umana, "La Repubblica", 17/11/'10)

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