mercoledì 3 febbraio 2010

Libraio per caso


"Ne ha viste troppe, Romano Montroni, il libraio per caso (come si autodefinisce) più famoso d'Italia, per farsi turbare da una protesta. E così allarga le braccia e sorride, confidando che il futuro gli darà ragione, anche stavolta. La protesta lo riguarda da vicino. Montroni - una vita spesa in Feltrinelli, da commesso a direttore delle librerie: una quarantennale storia d'amore che da suo nuovissimo Libraio per caso, traspare ad ogni pagina - è dal 2005 il consulente scelto dalla Coop per lo sviluppo del progetto librerie. Oggi ne ha aperte più di venti (tra queste, la Coop Ambasciatori di Bologna, una tra le più belle d'Italia: tre piani di libri e ciò in condivisione con i ristorantini Eataly di Oscar Farinetti, che sta meditando ora di aprire un grande spazio all'ex fiera di Milano, forse dotato anche di libreria): la prossima a Pesaro, il 16 febbraio, in pieno centro, rilevando uno storico negozio di abbigliamento di lusso e rovesciando, almeno per una volta, il più comune fatto che sono i librai dei centri città a levare le tende, sopraffatti da affitti insostenibli, a favore delle più note griffe. Quasi 400 metri quadrati, disegnati secondo i moderni standard di layout per le librerie, otto dipendenti appena formati negli altri punti vendita Coop, circa 35 mila titoli di catalogo e i moderni strumenti di fidelizzazione pronti: sconti, tessere fedeltà, incontri con gli autori. Il passaparola - di protesta - è partito da un gruppo di cittadini guidati da Andrea Marzi, che ha fatto nascere un comitato denominato Salviamo le librerie, e dal web ha iniziato a raccogliere firme contro l'apertura. Lo slogan è ad effetto - 'Io boicoppo' -, il sito di Radiopereira e altri blog raccolgono il malumore, la stampa locale racconta la vicenda dando la parola ai librai di città, che temono le ripercussioni per i loro esercizi, e alla Confesercenti pesarese che esprime preoccupazione. 'Con le Feltrinelli è successo molte volte' ricorda montroni: 'apriremo comunque, e sarà una grande festa per tutti'. Strana idea, quella di boicottare la nascita di una libreria. Che è (dovrebbe essere)sempre un arricchimento per una città. Certo, si dirà, è il modello che si contesta: le librerie di catena travolgono i piccoli librai indipendenti, distruggendo talvolta anche la rete sociale che hanno creato nel tempo. E' tutto da dimostrare, come è un luogo comune che le librerie di catena abbiano assortimenti inferiori, per qualità e quantità, a quelli degli indipendenti non specializzati. Di sicuro i librai indipendenti sono l'anello più fragile della catena editoriale e, soprattutto nelle grandi città, faticano a tenere la concorrenza finanziaria e di appeal per i lettori delle grandi strutture. Una legge che regolamenti lo sconto - come quella francese - e lo renda unico e uguale per tutti, è necessaria (lo ripetiamo) e avrebbe il merito di rimettere almeno i diversi attori sullo stesso piano. Così la competizione avverrebbe su altri parametri: qualità del servizio, assortimento, radicamento nel territorio, persino simpatia. Gli esempi eccellenti di librai pronti a misurarsi su questi livelli non mancano, sparsi per tutt'Italia. E proprio la Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri, che ha svolto in settimana il 27° corso di perfezionamento a Venezia, ha fornito tanti esempi. A partire dalla libreria premiata quest'anno: la messinese Bonanzinga, condotta con intelligenza, passione, senso del commercio e grande apertura verso la scuola da una delle libraie più brave del paese, Daniela Bonanzinga. In un momento nel quale i librai finiscono sui giornali per iniziative per lo meno discutibili, vedi la storia della Aleph di Milano, che si inorgoglisce di non vendere Bruno Vespa, faticheranno sempre più ad emergere storie imprenditoriali d'eccezione come quella di Maurizio Guagnano di Liberrima, a Lecce. Una libreria che ha fatto rinascere il centro della città pugliese e che, negli anni, si è allargata sempre più, all'insegna della qualità, con caffé, vineria e cortili estivi. Il futuro delle librerie è tracciato su queste rotte e i librai più piccoli, ancorati a vecchie visioni del loro lavoro, soccombono spesso più per colpe proprie che per concorrenza altrui. Del resto il futuro non aspetta e il prossimo arrivo degli e-book sconvolgerà di nuovo il mercato del libro come siamo abituati a conoscerlo. Non a caso a Venezia il convegno conclusivo è stato dedicato al libro digitale. E' stata la relazione di Catherine Cussigh di Hachette a dare il segno dei tempi: il fatturato dell'e-book è ancora esiguo ma raddoppia di anno in anno. Nel 2009 negli USA è stato di circa 150 milioni di dollari (1,5% del fatturato complessivo del settore, 12 miliardi di dollari), per il 2010 si prevede un raddoppio a circa 250-300 milioni di dollari. In Europa le cifre sono ancora più piccole. Ma cresceranno. Né i libri di carta né i librai scompariranno: certo sempre più in futuro sarà questione di mentalità e prontezza. Di idee e di persone. Idee e persone: proprio le protagoniste del libro di Montroni. Una biografia che è un modo di capire come si è fatto questo mestiere in Italia e come, probabilmente, si dovrebbe continuare a farlo negli anni a venire." (da Stefano Salis, Chi 'boicoppa' le librerie, "Il Sole 24 Ore Domenica", 31/01/'10)

Vendere l'anima. Il mestiere del libraio di Romano Montroni (Laterza)

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