lunedì 15 febbraio 2010

Le ho mai raccontato del vento del Nord


"Un’idea semplicissima e vincente quella del romanziere e giornalista viennese Daniel Glattauer: creare una love story online. A colpi di e-mail. Un romanzo
epistolare dei nostri giorni con protesi tecnologica, una relazione virtuale che vive di ubiquità: corpi lontani ma menti che si avvinghiano in un balletto
delizioso. Lui ci ha provato nel 2006 scrivendo Le ho mai raccontato del vento del Nord (ora in uscita da Feltrinelli nella versione di Leonella Basiglini) e il successo è stato immediato e travolgente. Forse perché il popolo di Internet, le folle giovani e meno giovani dell’«iperconnessione» disperse fra chat, email e Facebook, si è in qualche modo rispecchiato nel dialogo a distanza fra lo scapolo Leo Leike, di mestiere psicolinguista all’università, e la signora Emmi Rothner, donna vivace e moderna con un marito musicista e due figliastri a cui badare. Basta un semplice errore, una vocale in più nell’indirizzo e il messaggio con cui Emmi intende disdire un abbonamento finisce nella posta dello studioso. E’ l’inizio di un dialogo frizzante e appassionato, pieno di guizzi, di emozioni, di avance e ripulse, di bizzarro erotismo verbale, condotto con leggerezza e intelligenza, senso del ritmo e dei tempi. Battute di pochi secondi si alternano a più ampie riflessioni, brevissimi battibecchi scivolano in romantici languori, in ebbrezze notturne e bevute online in una sorta di onanismo della mente e del cuore. Ci sono pause di giorni, ma anche attimi imbottiti di e-mail, ore di attesa ma anche il lento, ininterrotto scorrere di un colloquio tonificante.
Glattauer porta Internet sulla scena: Emmi e Leo sono alla fine due splendidi interpreti di un testo che non a caso è diventato anche un radiodramma e una pièce teatrale. Due personaggi in cerca d’identità, oltre lo spazio anonimo e virtuale della posta elettronica, oltre gli svaghi della mente e le parole. Lei, un’immagine della fantasia e lui «un gioco, un’agenzia di recupero flirt».
Eppure quella relazione astratta, senza volto né corpo, quel titillare l'immaginazione fino allo spasimo diventa col tempo indispensabile: «Lei è come una seconda voce dentro di me - confessa Emmi - (...) Le sono grata per il suo umorismo, il fascino, la vitalità».
Perché non incontrarsi a questo punto? E qui l'autore aggiunge un pizzico di tensione quasi disposto a sdoganare l'immagine virtuale nella concretezza della vita. Ma poi i due ci ripensano e tornano alle vecchie abitudini: il rapporto online potrebbe frantumarsi, svanire di colpo di fronte alle insidie e alle delusioni della realtà.
Il computer galeotto tiene Emmi e Leo avvinti, anzi segregati, in una relazione che si esalta solo nella distanza. E’ il paradosso e la morale di un dialogo che si consuma nel soffio miracoloso della parola, nel gesto moderno di tante solitudini in cerca di e-mail. «Scrivere è baciare con la mente», dice Leo in vena di kitsch.
E per stavolta bisognerà che Emmi si accontenti; del resto è proprio lei che non va all'appuntamento. Ma i lettori l’hanno presa male quando Leo ha deciso di partire per Boston. E così Glattauer ha scritto un altro romanzo dove forse si incontreranno. Dunque, alla prossima puntata. E speriamo che si bacino davvero, almeno così sapremo che esiste ancora la realtà." (da Luigi Forte, Lei & lui, galeotto fu il computer, "TuttoLibri", "La Stampa", 13/02/'10)

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