venerdì 5 giugno 2009

Bibliotecari, scendete in piazza!


"In che cosa consiste, in fondo, il patrimonio di una biblioteca? Nel numero dei libri (o altro: dvd, cassette, cd, fate voi) che custodisce? No. Non solo. Nella professionalità di chi ci lavora' No, ancora. Nella sua posizione all'interno del contesto urbano? No, di nuovo. Sono tutti fattori importanti e decisivi, ci mancherebbe. M ail vero patrimonio fondamentale che una biblioteca deve gelosamente conservare e anzi sviluppare sono le persone che la vivono. Meglio: è il modo in cui la vivono le persone che la frequentano, ma anche come viene percepita da chi non ci ha mai messo piede per prendere un libro e persino da coloro che mai si sognerebbero di farlo. Cos'è, in fondo, una biblioteca? O cosa può (dovrebbe) essere ai giorni nostri? Un luogo vivo, pulsante, dove le persone si scambiano conoscenze: sia che esse provengano dai libri delal biblioteca, sui quali certo è bello discutere e confrontarsi, ma anche quelle che derivano dalle dirette esperienze di vita: di ciascuna persona. Forse per questo il mito della biblioteca 'tempio del sapere' è ormai datato. Il luogo silenzioso, austero, nel quale i libri attendono che i lettori li vadano a scovare è inservibile, fuori moda, sropassato. Oserei dire dannoso. E' stato a lungo il modo in cui si sono 'pensate' e 'vissute' le biblioteche. E per rendersene conto basta guardare semplicemente le architetture. Scalinate, leoni, imitazioni di templi ... Bellissimi edifici, per carità: ma in una civiltà che fa dell'accesso immediato all'informazione una delle sue principali caratteristiche, bisogna cambiare modello. E mentalità. E - più di tutto - capire che cosa deve fare la gente con e della biblioteca. Colpisce, del bellissimo libro di Antonella Agnoli - Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà (Laterza) - proprio questo aspetto. La Agnoli - che la bibliotecaria la fa a tempo pieno: ha progettato e diretto quel gioiello che è la Biblioteca San Giovanni a Pesaro - 'nei suoi trenta anni di lavoro e riflessione sugli spazi pubblici' ha soprattutto, perciò, osservato: come si comporta la gente quando entra in contatto, in qualsiasi modo, con la biblioteca. Il suo libro è: aggiornatissimo, denso di spunti, stimolante, ben costruito e scritto. Nessuna pedanteria, molti sassolini tolti dalle scarpe: tanta voglia di dire, anche ai colleghi, che è tempo di ripensarsi. L'idea-base è che la biblioteca è una possibile nuova piazza: non per lettori, ma per cittadini. E questo è un libro di grande impegno civile che fa onore a chi l'ha scritto e all'editore che lo pubblica. Da leggere e discutere il più possibile. E da meditare, visto l'interesse reale dei politici verso tali questioni in Italia: quasi zero. Mentre le notizie ci dicono che Birmingham, seconda città inglese, per rilanciare il proprio futuro, ha investito ben 213 milioni di euro proprio per la nuova biblioteca: nella piazza principale, aperta e in continuità con il resto della città. Sarà pronta nel 2013. Quando noi staremo ancora discutendo dei fondi negati, della catalogazione, del prestito, e bla bla bla ..." (da Stefano Salis, Bibliotecari, scendete in piazza!, "Il Sole 24 Ore Domenica", 31/05/'09)

Nessun commento: