venerdì 13 agosto 2010

Se ci rimangono solo vampiri innamorati


"La commedia romantica è davvero caduta in coma irreversibile? Il marketing l'ha uccisa con un danno sociale e incalcolabile, come sostiene il New York Times? E soprattutto: chi si occupa ora della nostra educazione sentimentale? "Come l' avrebbe fatto Lubitsch?" era il mantra di Billy Wilder. "Come lo spiegherebbe Wilder?" è il salvagente che può venirci in aiuto oggi. Il segreto delle migliori rom-com (romantic comedy) è nella struttura drammatica in 3 atti, spiegava il Maestro: i protagonisti e il loro amore si trovano di fronte a ostacoli che impongono loro scelte importanti, cambiamenti di vita radicali, spesso una messa in discussione del loro ambiente sociale. Omnia vincit amor, l'amore muove trasformazioni alchemiche, la verità trionfa. Come in Provaci ancora, Sam, compare il fantasma di Bogart, il brutto più sexy della storia del cinema, che dopo una notte con Ilsa a Casablanca abbandona lo scotch e diventa combattente per la libertà, oppure manda al diavolo la multinazionale di famiglia per far vela verso Parigi con Sabrina. Ovidio e Platone in dosi omeopatiche, incapsulate nella grazia di dialoghi scoppiettanti e nel montaggio perfetto che alterna con ritmo serrato humor e dramma, romanticismo e un sesso sempre alluso e mai mostrato, come prescrive il vero erotismo in ogni tempo e luogo. L'immagine di Audrey che stringe nel soprabito inzuppato il suo gatto senza nome prima di abbandonarsi nelle braccia di George Peppard, gigolò redento, è scalzata solo dalla perfezione del finale di L'Appartamento, non a caso citato da Nora Ephron per sigillare la migliore rom-com degli anni Ottanta: Harry ti presento Sally, che ha modellato il lessico familiare di una generazione, illuminando le nevrosi della comunicazione uomo donna (come già Io e Annie negli anni Settanta) meglio di una dozzina di manuali specialistici.
E oggi, chi si preoccupa dell'alfabetizzazione affettiva di uomini e donne dall' adolescenza in poi, nella tempesta di una ridefinizione dei ruoli tradizionali, maschio piena in crisi e donna divisa tra desiderio di affermazione professionale e bisogni atavici di protezione e romanticismo? L'Italia meglio lasciarla perdere: da Muccino a Moccia non si trova che la fotografia dell'esistente, zuppa di relazioni anodine tra trentenni smarriti o fughe adolescenziali di pubblicitari quarantenni in improbabili isole greche, la musa Audrey rimpiazzata da parioline adolescenti o ninfette irretite dalla televisione. Concordo con Sam e Maureen: Jennifer Aniston rappresenta il vuoto pneumatico. Ma almeno è innocua, non dannosa. Propongo una class action contro il finale di Sex and the City: dopo aver abbattuto tabù e stereotipi sentimental-sessuali, dopo che gli sceneggiatori hanno partorito il perfetto deus ex machina, Alexandr Petrovskij, artista internazionale e grande amatore convertito alla monogamia che salva Carrie Bradshaw dalle nevrosi di Manhattan, lei gli preferisce il rito adolescenziale dell'aperitivo con le amiche e un immobiliarista con la pancetta affettivamente stitico come Mr. Big: follia pura! Sorelle, non imitatela! I Mr. Big non cambiano mai, figurarsi a cinquant'anni. Sospetto che davvero sia solo una questione di marketing. La vita di Carrie Petrowskij scrittrice sulla rive gauche avrebbe offerto ben poche occasioni al product placement sfrenato che ha sorretto la produzione dei due film in cui è miseramente affogato lo humor politicamente scorretto della serie tv di culto degli anni Novanta. Prevedo la futura catastrofe affettiva per le fan della saga di Twilight, che vellica le più nefaste fantasie adolescenziali sull' amore impossibile e asessuato con un vampiro o un licantropo. Niente di nuovo sotto il sole, riprendete in mano L'amore e l'Occidente di Denis de Rougemont: il dualismo amore e morte e il "mito dell'amore fatale" (ben decodificato da Enrichetta Buchli nel saggio omonimo) tocca corde profonde. Ma ridateci piuttosto Titanic! Profeta inascoltato, James Cameron aveva plasmato l'eroe Leo di Caprio che salva Rose dal naufragio e dall'infelicità di una vita inautentica. Il Principe azzurro del nuovo millennio aiuta la donna a montare sul suo personale cavallo bianco, e non si sgomenta se lei cavalca più veloce. E anche la vecchia Europa fornisce qualche testo base per la nuova educazione sentimentale. Grazie a Il diario di Bridget Jones è ben chiaro a ogni donna che stare con l'irresistibile narciso Hugh Grant offre forti emozioni, ma è come investire tutti i soldi in una macchina sportiva: consuma troppo, è quasi ingovernabile e quasi sicuramente ti lascerà a piedi. Mentre i bravi ragazzi intimiditi apprenderanno dal Mark Darcy del 2000 che l'uomo deve comunque osare la prima mossa, e il sesso resta fondamentale: al resto, oggigiorno, ci pensano gli amici. E grazie ad Almodóvar, che in Parla con lei ci regala un prototipo del Maschio Alfa versione 2.0: Marco Zuloaga, prestante reporter argentino. Può ben permettersi di piangere davanti a Pina Bausch o a Caetano Veloso: è capace di ammazzare un serpente a mani nude e conquistare una giovane torera che sembra fatta apposta per alimentare defatiganti dibattiti televisivi sulla femmina aggressiva che ha mandato in crisi il maschio latino. Insomma, non condivido il pessimismo del giovane Sam Wasson. Ma sono così rari gli uomini pieni di humore appassionati di Colazione da Tiffany che sono disponibile a volare a Manhattan per spiegarglielo, davanti a un Martini molto secco. Come da copione, ci riconosceremo al primo sguardo. Appuntamento, ovviamente, da Tiffany's." (da Benedetta Tobagi, Se ci rimangono solo vampiri innamorati, "La Repubblica", 13/08/'10)

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