venerdì 13 agosto 2010

Noi, orfani di Colazione da Tiffany


"Quando Maureen Dowd, columnist del New York Times, riceve una e-mail sul suo blog da Sam Wasson, autore del bestseller americano Fifth Avenue, 5 A. M. dedicato a Colazione da Tiffany, nasce una curiosa riflessione sulla "fine della commedia romantica" che pubblichiamo di seguito. Ho ricevuto un messaggio di posta elettronica da Sam Wasson - il ventottenne autore di Fifth Avenue, 5 A. M. il bestseller sulle riprese di Colazione da Tiffany - nel quale mi ringrazia per aver citato il suo libro. Non ho mai conosciuto Wasson, uno studente di cinema diventato scrittore di cinema ed elogiato dal New Yorker come "un fantastico sociologo". Malgrado ciò, nel giro di pochi secondi - dopo avergli scritto di aver apprezzato molto nel suo libro il brano in cui parla dell'attrazione chimica creatasi sulla scena e fuori tra Audrey Hepburn e Albert Finney nell'incandescente pellicola Due per la strada - abbiamo iniziato a scambiarci come due forsennati una serie di mail a catena sul tema della nostra reciproca ossessione e depressione: perché le commedie romantiche di questi tempi sono soltanto fumo? Questo è il nostro scambio di e-mail. Come siamo potuti passar da Due per la strada a Il cacciatore di ex a La verità è che non gli piaci abbastanza? «Questa è la domanda che mi pongo ogni mattina e continuo a ripetermi tutto il giorno. Ogni volta che vedo la faccia di Jennifer Aniston o di Jennifer Garner ho un trasalimento. Insomma, mi capita ogni volta che vedo una che si chiama Jennifer. Dicono che il problema dipenda dagli adolescenti, in quanto pare che siano i ragazzi e le ragazze a influenzare il mercato. Secondo me sono loro a influenzare il mercato soltanto perché non si produce nessun film che gli adulti possano vedere. Non riesco neppure a ricordare l'ultima volta in cui ho visto due persone innamorarsi davvero in un film. Adesso tutto ciò che ci tocca vedere è un simpatico incontro, un montaggio, un bacio, e quindi la colonna sonora che sfuma. Non vi è niente di empirico o sperimentale, soltanto film messi insieme a partire da altre pellicole. È esistito un tempo in cui Jill Clayburgh ballava in biancheria intima, rideva, gridava, soffriva, ma pare quasi una leggenda mai accaduta. Adesso, invece, eccoci al Cacciatore di ex e non so più che cosa fare al venerdì sera ...». Perché le case cinematografiche e le star non trovano scrittori che sappiano andare oltre le pellicole sui vestiti delle damigelle d'onore ai matrimoni? «Non scherzo quando dico che, poiché non c'è niente da vedere al cinema, la mia ragazza e io siamo costretti a starcene a casa e qualche volta litighiamo. Se ci fossero film migliori, sono sicuro che molte disastrose relazioni avrebbero potuto essere di gran lunga migliori. Oltretutto, le commedie romantiche - quelle belle! - mi hanno insegnato ad amare, o quanto meno mi hanno dato qualche lezione su come provare ad amare. È stato soltanto dopo aver visto Io e Annie che ho capito che cosa significhi essere innamorati. Quel film da allora è sempre stato la mia pietra di paragone. In passato, la commedia era il solo (e unico) modo consentito per parlare di sesso. Se solo la gente si rendesse conto che la Paramount negli anni Trenta e Quaranta ha rappresentato l'epoca d'oro della comicità americana! Non credo che la gente sia consapevole di quanto disastrosa sia la situazione dal punto di vista culturale, sentimentale ... l'idea stessa di romanticismo è sparita! E a prescindere da quanto bravo sia uno scrittore, non ho mai letto nulla che si avvicini a Kate Hepburn e Cary Grant in Susanna!». Dove sono i nuovi Sturges e i nuovi Lubitsch? «Quando l'anno scorso è uscito Tra le nuvole, la gente ha definito Jason Reitman il nuovo Preston Sturges. Quello che intendevano è che Reitman rispetta il linguaggio. È interessato al vernacolo, come lo era Sturges. La differenza principale, però, è che Sturges ha inventato un idioma tutto suo, uno che toccava dritto dritto il cuore dell'America. Ma il fatto stesso che sia stato fatto un simile paragone è sintomatico di quanto la gente sia disperata per la mancanza di vere commedie romantiche. Se si continuasse ad abbassare l' asticella, di questo passo chiamerebbero James Cameron il prossimo Sturges. E per quanto riguarda Lubitsch ... non ne esisterà mai un altro. E lo conferma il fatto che perfino Billy Wilder - il cui motto era "Che cosa farebbe Lubitsch?" - ha cercato di emularlo, senza nemmeno lontanamente avvicinarsi a lui». Ora che così tante donne dirigono le case cinematografiche, uno potrebbe sperare che si diano da fare per girare rom-com (commedie romantiche) migliori! «In realtà non sono dirette da donne, ma dalle corporation, a loro volta gestite da franchise, da semplici marchi. E malauguratamente per noi, Jennifer Aniston è ormai un marchio. E così pure Katherine Heigl e Gerard vattelapesca, e anche quando i loro film fanno fiasco, tutto il potenziale del loro marchio non è mai compromesso del tutto, perché grazie ai mercati oltreoceano, alle vendite di dvd e alle televisioni a pagamento le case cinematografiche riguadagnano tutti i soldi spesi. Mi hanno detto che Innocenti bugie, quell'orrendo film con Cruise/Diaz, è già redditizio per la Fox esattamente per questa ragione. La cosa peggiore, dal punto di vista di Hollywood, è che nessuno va mai in bolletta. Non ho mai pensato di poter affermare una cosa del genere, ma ringrazio Dio perché esiste la televisione. Bene, adesso posso anche bere»." (da Maureen Dowd, Noi, orfani di Colazione da Tiffany. Perché è finita la commedia romantica, "La Repubblica", 13/08/'10)

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