venerdì 2 settembre 2011

Vi racconto zia Virginia e quegli altri strani geni di Bloomsbury


"'Da bambina mi divertivo molto più con Virginia che con mia madre: era una zia molto simpatica, che si sforzava di entrare nel mio mondo, scherzando, raccontando storie fantasiose. Andavamo insieme a Oxford Street a comprare rotoli di carta colorata, con cui poi - forbici, colla e spili - costruivamo delle bambole. Altre volte, dal parapetto della finestra, gettavamo zollette di zucchero ai cavalli legati ai calessi nella strada. Si dava molto da fare per divertire i bambini. E con i grandi era un essere beffardo, gaio, affettuoso'.
Com'è diverso il profilo di Virginia Woolf che oggi emerge dai ricordi della nipote Angelica Garnett, dall'immagine che ci rimandano tante sue foto in bianco e nero. In quegli scatti appare una bellezza aristocrativa e introversa, esangue e malinconica. In questi ricordi, una zia tenera e giocosa. Una donna ironica, vivace, per nulla languida.
Oggi Angelica ha novantadue anni, è l'ultima erede di quella cerchia intellettuale di Bloomsbury che frequentò da ragazza, perché la madre Vanessa, pittrice irrequieta, era la sorella della Woolf, geniale animatrice di quei salotti. E quest'anno che ricorre il settantesimo anniversario della morte di Virginia, ha accettato di rispondere alle nostre domande, rievocando la grande scrittrice nella vita di ogni giorno. Lo ha fatto con i tempi riflessivi della sua età, impiegando sei mesi per stilare le sue risposte, scusandosi via via per il ritardo. Ma è stata generosa. E ora parteciperà al Festival della letteratura di Mantova. Martedì prossimo uscirà per La Tartaruga, La verità nascosta: quattro racconti in cui narra, tra finzione e reraltà, quanto sia stato duro, per lei bambina, crescere nei circoli di un'avanguardia brillante ma troppo anticonformista, come fu il gruppo di Bloomsbury. Inoltre la primavera scorsa è uscita per La Tartaruga, la ristampa del suo libro più riuscito Ingannata con dolcezza: una sorta di biografia, in cui Angelica esorcizza i fantasmi di un'infanzia suggestiva ma difficile. [...]" (da Antonella Barina, Vi racconto zia Virginia e quegli altri strani geni di Bloomsbury, "Il Venerdì di Repubblica", 02/09/'11)

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