mercoledì 28 settembre 2011

School Rocks! La scuola 'spacca'


"Avete presente la scena di Apollo 13 in cui un team di cervelloni cerca, da terra, di risolvere un problema dell'astronave in volo, avendo a disposizione solo i materiali che ci sono a bordo? School Rocks! (San Paolo edizioni), il libro di Antonio Incorvaia (già autore di Generazione Mille Euro) e Stefano Moriggi, ricercatore, funziona così: parte da problemi reali, quotidiani, dei ragazzi, per trovare soluzioni usando gli strumenti dell'esperienza e del sapere. «È l'idea di una scuola fatta per problemi e non per materie. Già ci aveva pensato nell'Ottocento il pedagogista americano John Dowey, poi Maria Montessori. Lo stesso fanno oggi gli studenti del Mit, il Massachusetts Institute of Technology di Boston», spiega il milanese Moriggi, 39 anni, filosofo della Scienza e divulgatore. Insegna teorie e modelli della razionalità e filosofia della tecnologia all'Università di Bergamo e alla Bicocca, cioè «i metodi di apprendimento e le forme di comunicazione dei nativi digitali». I giovani sono «multitasking, abituati a interagire con le tecnologie, immersi in una galassia logica che si tratti di giochi o virtuale».
Come dire, se non si fosse capito: del greco o dell'algebra in sé «non gliene può fregare di meno». «Se parti dalle materie è difficile vedere l' utilità pratica - spiega Moriggi - ma se il punto di partenza è il problema allora la prospettiva cambia. Si capisce meglio la fisica di Galileo provando a risolvere i problemi dello scienziato». Venti «scene-tipo» Il manuale propone una ventina di situazioni-tipo («20 ottimi motivi per capire che saperne di più conviene sempre», si legge nella quarta di copertina), scene dalla vita degli adolescenti: innamoramento, rivalità, cena con i parenti (tortura per ogni teenager) e grandi domande sul senso della vita. Per tutte il «metodo» School Rocks - pensato per un target allargato di lettori «adolescenti dalla terza media, professori e genitori» - vuole «restituire al sapere concretezza e pragmaticità» e creare un domani «cittadini più consapevoli». Il che significa, però, che i riferimenti devono essere quelli giusti. A misura di studenti che quando sentono «Amor, ch'a nullo amato amar perdona» pensano subito a Jovanotti e poi (forse) a Dante. Per capire la politica vale certo la pena conoscere il trattato del generale Karl von Clausewitz ma anche guardare un reality show, «la logica del consenso che sta dietro è la stessa». Solo così la scuola, invece di rompere e annoiare, «spacca», cioè colpisce nel segno. Per «Imparare a imparare» come scrive nella prefazione, e canta su YouTube, il rapper Frankie Hi-Nrg fanno comodo Eraclito, Darwin, Karl Popper ma pure Negramaro, Lady Gaga e Twilight. E chi non sa chi siano vada, secondo la propria ignoranza, alle voci «Perle ai ... prof» - dove gli adulti possono trovare il senso dei riferimenti alla cultura contemporanea - e «SOSms», che vengono in soccorso ai ragazzi spiegando rapidamente chi era quell'autore e perché la sua opera è importante. Cultura alta e bassa «La cultura è irriverenza - conclude Moriggi - senza distinzioni di alto e basso. Come fa Bollani con la musica passando da Mozart a Gigi D'Alessio». «Non vogliamo sostituirci agli insegnanti ma essere un stimolo per loro e per gli studenti» spiegano. Parafrasando il saggio sulla scuola di Paola Mastrocola: «Noi non togliamo il disturbo, anzi andiamo a rompere le scatole proprio dentro la scuola. Perché il rischio è di perdere una generazione di ragazzi». «Io ci ho provato». Chissà che tipo di studenti sono stati gli autori di School Rocks. Risponde Incorvaia: «Studiavo ma senza capire a cosa mi sarebbe servito. Questo libro è una vendetta verso me stesso, per come ero. Che ammette di aver testato su di sé l'approccio School Rocks. Come? «Curiosando tra la biografia dei Take That ho capito la rivoluzione industriale e la Pop Art. È una questione di corsi e ricorsi storici»." (da Colombo Severino, Da Aristotele a Twilight così la scuola «spacca», "Corriere della Sera", 27/09/'11)

Nessun commento: